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Analisi della novella "Cisti fornaio" (Decameron, VI, 2)

Contesto generale  La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve  Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Analisi della novella "Cisti fornaio" (Decameron, VI, 2)

Contesto generale  La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve  Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Le opere di Giovanni Boccaccio

La Caccia di Diana È un poemetto in terzine e in 18 canti brevi, scritto nel 1334, quando Boccaccio volle celebrare alcune gentildonne napoletane del tempo, descrivendole come cacciatrici di Diana che insorgono contro la loro dea per passare al servizio della dea dell'amore, Venere. L'allusione non va oltre la superficialità e la struttura dell'opera risente di echi tardo-stilnovisti e delle letture poetiche del giovane letterato di provincia ancora piuttosto grossolano, anche se capace nel descrittivismo e negli intenti decorativi di scene primaverili e di caccia, affreschi naturali e volti di donne. Il filòcolo È un romanzo in prosa, prolisso, in cui si narra l'amore tra Florio e Biancofiore che, solo dopo aver compiuto molte peregrinazioni e superato molti ostacoli, giungono a celebrare le sospirate nozze. Il titolo, scorrettamente derivato dal greco, che evidentemente il giovane Boccaccio non ne aveva una conoscenza approfondita, vorrebbe significare  ...

Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio nasce in Toscana (non si sa con certezza se a Certaldo o a Firenze)  nel 1313 da una relazione illegittima tra il padre mercante Boccaccino di Chelino ed una donna di estrazione sociale inferiore. Egli viene riconosciuto e cresciuto dal padre a Firenze. Giovanissimo parte per Napoli, a seguito del padre, per imparare il mestiere mercantile e bancario, ritenuto una professione stabile e remunerativa. L’esperienza napoletana si trasforma però in anni di svaghi e spensieratezze presso la corte angioina. Grazie agli stimoli della vivace vita culturale che anima la nobiltà napoletana, Boccaccio inizia ad interessarsi ai capolavori in volgare, in modo particolare alle opere di Dante Alighieri. Dopo un periodo di formazione da autodidatta,  compone La caccia di Diana ,  un poemetto in terzine in lode di alcune nobildonne napoletane. Successivamente, nel 1335 scrive Filòstrato , un poema in ottave che parla delle vicende amorose di Troilo, figlio di Priamo....