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Visualizzazione dei post con l'etichetta Giovan Battista Marino

Analisi della novella "Cisti fornaio" (Decameron, VI, 2)

Contesto generale  La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve  Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Amori di pesci di G.B. Marino

“Amori di pesci” è un sonetto in versi endecasillabi, appartenente alla raccolta “Lira”, ed è stato scritto da uno dei più importanti esponenti della poetica barocca in Italia del XVII secolo: Giovan Battista Marino. Una caratteristica importante della sua poetica, riconosciuta dalla critica moderna, è la sua ingegnosa capacità di accostare situazioni e pensieri diversi ricercando argutamente, mediante figure retoriche e foniche, un nesso logico tra le medesime, con l’intento di meravigliare il lettore. Il sonetto in esame presenta il seguente schema metrico: nelle quartine ABBA-ABBA, tipico della rima incrociata; nelle terzine CDE-CDE, che caratterizza la rima ripetuta. In questa poesia l’autore, attraverso il semplice rituale di corteggiamento di alcune specie di pesci marini, vuole esaltare l’amore sensuale, ritenendolo un bisogno primario, necessario, innato nella vita sia degli animali che in quella degli esseri umani. Il sonetto è ambientato, secondo il verso iniziale della prim...

Sonetto dedicato ai biondi capelli della sua donna (con riferimenti a Petrarca ed agli Stilnovisti)

“Sonetto dedicato ai biondi capelli della sua donna” appartiene alla raccolta “Lira” pubblicata nel 1614 ed è scritta dal poeta Giovan Battista Marino. L’autore è considerato il massimo esponente della poesia barocca nel XVII secolo in Italia. Il sonetto in esame presenta versi endecasillabi, uno schema metrico nelle due quartine ABBA, tipico della rima incatenata o chiusa, ed un altro nelle due terzine CDC DCD, che caratterizza le rime alternate. Il poeta si ispira al sonetto “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi” di Francesco Petrarca per descrivere l’azione quotidiana di sciogliere i capelli biondi da parte della donna amata. Il componimento di Marino, però, si rivela essere principalmente descrittivo; infatti, nella seconda quartina egli evidenzia gli effetti di luce provocati dallo sciogliersi della capigliatura sulle spalle e sul petto della donna. I primi versi della poesia racchiudono una metafora: quando la donna amata si alza dal letto e scioglie i capelli, perfino l’oro non...

Le modalità operative di Giovan Battista Marino nelle poesie

Le modalità operative del poeta Giovan Battista Marino nelle proprie poesie sono la variazione ingegnosa e l’arte del “rampino” (estrapolazione di ogni parola o modo di dire espresso con enfasi ed eccellenza prevalentemente nelle opere classiche, al fine di attualizzare i temi discussi dagli autori classici). Per la sua particolare produzione letteraria, Marino utilizza i materiali letterari della lirica dell’ultimo Tasso e della tradizione classica, soprattutto quelli meno noti, e i materiali di autori contemporanei stranieri ed italiani. Di questi materiali egli non riproduce i valori di cui i modelli classici e moderni sono portatori, ma i temi che trattano, attuando un processo di variazione ingegnosa, arricchita di artifici retorici che producono effetti sorprendenti in chi legge. Accusato di plagio degli antichi, cioè di appropriarsi dei versi altrui, in una lettera del 1620 all’amico Achillini affermò che da sempre leggeva gli antichi con il “rampino”: quando leggeva un autore s...

Tema sulle poesie di Giovan Battista Marino. “Donna che cuce”, “Seno”, “Rete d’oro in testa della sua donna”

Giovan Battista Marino è ritenuto uno dei massimi esponenti della poesia barocca, celebre non solo in Italia, ma anche in Europa. Egli si dedica all’attività letteraria fin da giovane, godendo soprattutto dell’appoggio di molti potenti. La sua opera principale è “Adone” del 1623; tra le opere minori più conosciute, invece, si evidenzia “Lira” del 1608. Il madrigale di 10 versi “Donna che cuce” descrive una donna mentre ricama. Ella passa l’ago nel tessuto come se scoccasse una freccia, in quanto, è una tessitrice che provoca sentimenti. Il poeta è incantato, rapito dal modo in cui la donna decora e ricama la tela. I suoi sentimenti sono tutti per lei che, con quell’ago, arriva al suo cuore, sollecitandolo con “mille punte”. Egli descrive, attraverso dei giochi di parole (verso 8: “Tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira”), la rara abilità della donna di tagliare, assottigliare e attorcigliare il suo cuore pari, addirittura, ad Aracne (verso 3: “quel ch’opra in suo lavoro, nova Ara...