“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Il periodo storico che va dal 1870 fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale è caratterizzato da numerose scoperte scientifiche e dalla costruzione di svariate innovazioni tecnologiche che migliorarono gradualmente le condizioni di vita dell'intera umanità.
Oggi si guarda la televisione, si usa il cellulare per telefonare e mandare messaggi, si visita il web, si utilizza il computer, si assumono gli antibiotici, si sfrutta l'energia ricavata dalla fissione dell'atomo, ecc...
Le innovazioni tecnico-scientifiche più importanti nate in quel periodo storico sono difficili da individuare in quanto, nonostante le numerose critiche ed insidie, sono state portatrici di progresso e miglioramento della quotidianità tanto da ritenerle indispensabili.
Oggi si guarda la televisione, si usa il cellulare per telefonare e mandare messaggi, si visita il web, si utilizza il computer, si assumono gli antibiotici, si sfrutta l'energia ricavata dalla fissione dell'atomo, ecc...
Le innovazioni tecnico-scientifiche più importanti nate in quel periodo storico sono difficili da individuare in quanto, nonostante le numerose critiche ed insidie, sono state portatrici di progresso e miglioramento della quotidianità tanto da ritenerle indispensabili.
Alcuni esempi possono essere la penicillina, il DNA (acido desossiribonucleico), il telefono, la lavatrice ed il frigorifero.
La penicillina è il primo antibiotico scoperto da Alexander Fleming; a quel tempo Fleming aveva scoperto che un enzima, detto lisozima, aveva capacità battericide. Esso, tuttavia, distruggeva i batteri innocui e risultava, di conseguenza, poco efficace con quelli patogeni.
Nel 1928, nel corso di alcuni studi sull'influenza presso la St Mary's Hospital Medical School (oggi parte dell'Imperial College London) il medico scozzese aveva notato che, casualmente, una muffa, precisamente un fungo del genere Penicillium, si era accidentalmente sviluppata su una piastra di Petri che ospitava una coltura di stafilococchi.
Attorno alla muffa era evidente un'area priva di batteri.
La penicillina è il primo antibiotico scoperto da Alexander Fleming; a quel tempo Fleming aveva scoperto che un enzima, detto lisozima, aveva capacità battericide. Esso, tuttavia, distruggeva i batteri innocui e risultava, di conseguenza, poco efficace con quelli patogeni.
Nel 1928, nel corso di alcuni studi sull'influenza presso la St Mary's Hospital Medical School (oggi parte dell'Imperial College London) il medico scozzese aveva notato che, casualmente, una muffa, precisamente un fungo del genere Penicillium, si era accidentalmente sviluppata su una piastra di Petri che ospitava una coltura di stafilococchi.
Attorno alla muffa era evidente un'area priva di batteri.
Questa osservazione ha permesso a Fleming di scoprire la penicillina, la sostanza battericida responsabile del dissolvimento delle colonie batteriche. La penicillina è stata per la prima volta utilizzata durante la Seconda guerra mondiale da Fleming per curare un suo amico affetto da meningite, evento che aveva facilitato la notorietà e la diffusione del primo antibiotico.
Un’ altra innovazione che si rivelerà molto utile è la lavatrice.
Secondo alcuni storici la paternità di questo elettrodomestico è attribuibile all'americano William Bradford.
Nel 1874 egli aveva regalato alla moglie una macchina per lavare il bucato: presentava un cestello ottagonale in legno inserito in un barile, sempre di legno, all’interno del quale i panni, immersi in acqua saponata, venivano mossi da un asse dotato di pioli, azionato a mano.
Nei primi anni del Novecento questo modello aveva subito alcuni miglioramenti fondamentali, quali la sostituzione della copertura di legno con una di metallo e il motore elettrico, adottati nella lavatrice prodotta nel 1908 da Hurley Machine Company, un’azienda di Chicago.
Questo modello di lavatrice si è, poi, diffuso negli anni ’60 anche in Italia.
Nello stesso periodo assume una particolare importanza anche il frigorifero.
I primi sistemi di conservazione del cibo si basavano sull'essiccazione e sulla salatura delle materie prime.
Successivamente venivano utilizzati la neve ed il ghiaccio e nel XIX secolo si diffondono le neviere e le ghiacciaie domestiche, ambienti in cui veniva conservata la neve o lastre e blocchi di ghiaccio per tenere il cibo a basse temperature, in modo da far rallentare la proliferazione di batteri.
Con la scoperta della refrigerazione chimica, si iniziano a progettare delle macchine di refrigerazione.
Nel 1859 Ferdinand Philippe Carré realizza il sistema di raffreddamento che funziona tramite l'ammoniaca, un liquido che si trasforma in calore e, poi, in condensa al fine di raffreddare il corpo della macchina.
Questa macchina subisce delle modifiche dopo aver scoperto che l'ammoniaca era un liquido corrosivo.
Si dovrà aspettare il sistema refrigerante montato su un piroscafo che trasporta un carico di carne dall'Argentina alla Francia.
Questo elettrodomestico sarà alla portata di tutti verso gli anni ’50.
Con la scoperta della refrigerazione chimica, si iniziano a progettare delle macchine di refrigerazione.
Nel 1859 Ferdinand Philippe Carré realizza il sistema di raffreddamento che funziona tramite l'ammoniaca, un liquido che si trasforma in calore e, poi, in condensa al fine di raffreddare il corpo della macchina.
Questa macchina subisce delle modifiche dopo aver scoperto che l'ammoniaca era un liquido corrosivo.
Si dovrà aspettare il sistema refrigerante montato su un piroscafo che trasporta un carico di carne dall'Argentina alla Francia.
Questo elettrodomestico sarà alla portata di tutti verso gli anni ’50.
Una tecnologia di comunicazione introdotta negli ultimi due secoli e diventata indispensabile nella nostra vita quotidiana è il telefono.
Inventato da Antonio Meucci, è stato il primo mezzo a rendere davvero piccolo il mondo, consentendo di conversare con persone che si trovano dall'altra parte del mondo.
In questo apparecchio, un apposito microfono contenuto nella parte inferiore della cornetta, trasforma le oscillazioni meccaniche prodotte dal suono in variazioni di un campo magnetico e, da questo, in variazioni di corrente elettrica.
La debole corrente elettrica viene trasmessa a grandi distanze, lungo cavi, e all'altro estremo viene trasformata nuovamente in suono, emesso da un altoparlante posto nella parte alta della cornetta.
Negli ultimi anni si è aggiunto il telefono cellulare che utilizza collegamenti radio assicurati da appositi satelliti e che può essere usato ovunque.
Un' ultima ma non meno importante scoperta che ha investito il campo della genetica è il DNA.
Il DNA è noto per il fattore che rende nota l’identità di ogni individuo.
Solo nel 1943 il gruppo di ricerca di Oswald Theodor Avery riesce ad elaborare un esperimento col quale ha dimostrato che il custode dell’informazione genetica è questo acido nucleico.
Nel 1953 esce un articolo su Nature che propone un modello di struttura a doppia elica per il DNA firmato da Watson e Crick, risultato basato sugli studi precedentemente intrapresi dalla chimica britannica Rosalind Franklin.
Attualmente si vive in una realtà storica molto complessa e, per alcuni aspetti, drammatica, nella quale ci si deve costantemente domandare se il concetto del progresso sia solo un'utopia.
Nonostante lo sviluppo delle scienze, delle tecnologie, delle relazioni sociali e la libertà che si è conquistata con grande difficoltà, non mettono a riparo da conflitti e da condizioni di vita che dividono il mondo in due realtà distinte a causa di equilibri di potere, aride regole di mercato e di profitto.
È diventato necessario in questi ultimi anni porre principi etici nel rapporto fra il grande sviluppo della scienza e la morale in modo da ritenere che nella ricerca non tutto è possibile e che le conquiste della stessa ricerca devono essere accessibili a tutti.
A tal fine sono sorti i Comitati di Bioetica, i quali valutano gli effetti delle singole innovazioni nella società nel corso del tempo.
Alla Bioetica, infatti, è delegato il compito di esaminare criticamente i problemi morali ed etici sollevati in campo medico e biologico da esperimenti che coinvolgono l'intera umanità (es. clonazione, eugenetica, manipolazione cellule staminali, OGM).
È evidente che tutto ciò che è progresso aiuta l'umanità a vivere meglio e più a lungo.
Sicuramente, però, è indispensabile che ci sia un uso corretto di tutte queste invenzioni, in quanto un utilizzo scorretto delle medesime può compromettere la vita di molte persone.
Commenti
Posta un commento