“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Testo
Tre cose solamente mi so 'n grado,le quali posso non ben men fornire:
ciò è la donna, la taverna e 'l dado;
queste mi fanno 'l cuor lieto sentire.
Ma sì me le conven usar di rado,
ché la mie borsa mi mett'al mentire;
e quando mi sovvien, tutto mi sbrado,
ch'i' perdo per moneta 'l mie disire.
E dico: – Dato li sia d'una lancia! –
Ciò a mi' padre, che mi tien sì magro,
che tornare' senza logro di Francia.
Trarl'un denai' di man serìa più agro,
la man di pasqua che si dà la mancia,
che far pigliar la gru ad un bozzagro.
Parafrasi
Solamente tre cose mi piacciono
delle quali, però, non posso disporre:
cioè la donna, l'osteria e il gioco d'azzardo;
queste cose rendono allegro il mio cuore.
Purtroppo, posso permettermele di rado
perché la mia borsa non mi consente di realizzare tutti i miei desideri;
quando mi rendo conto di ciò, mi metto a sbraitare poiché
per mancanza di denaro perdo il mio desiderio.
Perciò, dico a me stesso che un colpo di lancia
dovrebbe colpire mio padre, il quale è troppo parsimonioso,
e, inoltre, potrei tornare dalla Francia meno logoro di quanto non sia adesso.
È più difficile convincerlo a darmi qualche soldo in più,
e ciò avviene solo in un giorno di festa come Pasqua quando si ha l'abitudine
di dare una mancia, che far acchiappare una gru da una poiana.
Inquadramento del contesto culturale nel quale visse l'autore, analisi metrica, sintesi e commento dell'opera
Cecco Angiolieri è il poeta più noto della scuola comico-burlesca che si afferma in Toscana durante i primi anni del 1200, contemporaneamente al Dolce Stil Novo.
L'autore utilizza nelle sue poesie una caratteristica fondamentale della scuola comico-burlesca: un linguaggio realistico, basso e comico con toni scherzosi e burleschi.
Anche nella poesia " Tre cose solamente mi so 'n grado", un sonetto con schema metrico a rima alternata ABAB ABAB CDC DCD nelle due quartine e nelle due terzine, è presente tale elemento.
Il sonetto è divisibile, in base al suo sistema metrico, in due sezioni:
- la prima sezione è costituita dalle due quartine dove spiega quali sono i suoi piaceri proibiti ed esibisce la sua povertà;
- la seconda sezione è caratterizzata dalle due terzine nelle quali specifica le ragioni di questa povertà, dovuta alla taccagneria del padre.
La figura retorica presente nell'opera è l'iperbole, ossia l'esagerazione di un concetto mirata ad impressionare il lettore presente nella seconda terzina in modo significativo e nell'ultimo verso della prima terzina.
Questo sonetto evidenzia una profonda frustrazione del poeta che, nonostante sia un nobile, non riesce a soddisfare tutti i suoi vizi che sono prerogativa della sua classe sociale.
Altra figura cardine del sonetto è il padre di Cecco.
Il poeta è logorato dalla poca disponibilità economica che il padre gli concede.
Il lettore si chiede se è lui che non riesce a gestirsi oppure il padre è avaro o, ancora, come è probabilmente, cerca di tutelare ciò che resta del patrimonio della famiglia del poeta vista l'incapacità di gestirsi del figlio scapestrato.
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