“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Basilica di San Francesco d'Assisi
Il Medioevo viene definito "età di mezzo" e si distingue in Alto Medioevo ( 476 d.C.- 1000) e Basso Medioevo (1000-1492).
Durante l'Alto Medioevo si ha il crollo dell'Impero Romano d'Occidente causato dalle invasioni barbariche; esse determinano le mescolanze di popoli e culture, provocando, così, la frantumazione dell'unità politica, economica e culturale della società contemporanea.
Le città si spopolano, si interrompono le vie di comunicazione e la lingua latina viene gradualmente sostituita dai dialetti locali.
Il centro ideale politico, economico e sociale in questo periodo storico critico diventa la Chiesa grazie alla diffusione nei Paesi europei del Cristianesimo attraverso l'opera di evangelizzazione.
In questo contesto storico emergono due scuole di pensiero filosofico-teologico: la Patristica e la Scolastica.
Nel Medioevo si ha una visione statica del reale: la Verità viene trasmessa solo dall' "auctoritas" (la Chiesa di Roma) e dalle Sacre Scritture fino a ritenere che la conoscenza umana ha dei limiti insormontabili e, di conseguenza, è necessario subordinarla alla Teologia, ossia la Scienza di Dio.
A partire da questa visione nasce la concezione ascetica e mistica praticata dai Padri della Chiesa.
Nella scuola filosofica-teologica dei Padri della Chiesa Dio è perfezione e Verità, mentre il mondo è solo pura apparenza; da ciò scaturisce, pertanto, la svalutazione della vita terrena.
Per salvarsi dal peccato e tendere verso l'Assoluto (Dio) è necessario staccarsi da ciò che è futile come i piaceri smodati, mortificando la "carne", il proprio corpo con il digiuno e la punizione ( l'uso del cilicio da parte degli ordini monastici) , nonché meditare sulla morte attraverso la preghiera.
All'atteggiamento ascetico e mistico dei Padri della Chiesa si oppone il pensiero razionale della scuola filosofica-teologica Scolastica, sviluppatasi tra il XII ed il XIII secolo.
Il massimo esponente della Scolastica è San Tommaso d'Aquino.
Questa scuola filosofica-teologica, avvalendosi del pensiero filosofico di Aristotele, afferma che la Ragione può aiutare l'uomo a comprendere meglio le verità di fede.
Nel Medioevo, la Chiesa assume inoltre il ruolo di istituzione scolastica, posizione che manterrà fino ai primi anni del Cinquecento con la nascita delle prime scuole laiche.
L'istruzione del clero viene affidata alle scuole episcopali, mentre una piccola parte della popolazione, spesso le famiglie aristocratiche, viene istruita nelle scuole parrocchiali.
Al centro dell'insegnamento vi sono le "arti liberali" così definite in quanto "degne dell'uomo libero"; esse si dividono in arti del trivio (grammatica, retorica e dialettica) e in arti del quadrivio (aritmetica, geometria,, astronomia, musica).
Nell'Alto Medioevo si sviluppa il feudalesimo.
Esso è un sistema economico, sociale e politico basato sulla supremazia della nobiltà terriera
La vita economica, infatti, si organizza attorno alla corti dei grandi latifondisti che affidano i loro terreni (feudi) a coltivatori che, da quel momento in poi, è vincolato al terreno stesso, che diventerà la sua unica fonte di sostentamento.
A partire da questo fenomeno, nasce la cosiddetta servitù della gleba.
Nel Medioevo la Chiesa, rivestendo un ruolo politico centrale, affida al papa, detentore del potere spirituale, una maggiore autorevolezza tipica dell'imperatore, detentore del potere temporale.
Il potere delle autorità terrene, imperatore e papa è, pertanto, al centro di diverse dispute (la lotta per le investiture).
L'ideologia del tempo vuole che al di fuori dell' universo, gestito dal papa e dall'imperatore, impera la paura del peccato e della perdizione giacché la vita terrena è condizionata dal giudizio finale da parte di Dio.
Nell' XI secolo la crescita delle città dovuta al commercio provoca nell'ambito economico la formazione di una nuova realtà politica: il Comune.
Esso nasce dalla associazione e dalla volontà dei nuovi ceti urbani (borghesia e classe mercantile) di rivendicare la propria autonomia, liberandosi dai vincoli feudali.
L' istituzione comunale proclama una forma di governo fondata non sulla investitura (rapporto di vassallaggio tra il signore e il suo vassallo), ma su un consiglio cittadino e sulla presenza di magistrati eletti da questi ultimi.
Comune di Firenze- Palazzo Vecchio
La nascita del Comune è fortemente osteggiata dall'imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che a più riprese cerca di sottomettere questa istituzione sotto il suo scettro.
Ad esempio, nella Dieta di Roncaglia emana la Constitutio de regalibus per rivendicare i diritti imperiali ( le cosiddette regalìe) che erano stati usurpati dai Comuni italiani.
Dopo la battaglia di Legnano (1176), l'imperatore si arrende alle autonomie locali.
I Comuni affrontano anche conflitti interni dovuti alle numerose insidie tra i "magnati" ( cittadino ragguardevole per autorità e prestigio nella vita politica ed economica del proprio territorio ) e i nuovi ceti urbani, borghesi e mercanti, organizzati in corporazioni di mestiere.
Al fine di ridurre questi conflitti, viene nominato il podestà come autorità arbitre imparziale rispetto a tali dispute, non appartenente al Comune nel quale esercitava il proprio potere esecutivo.
Nell'età comunale la visione religiosa è più laica rispetto a quella medievale dovuta proprio ai numerosi cambiamenti socio-politici.
Pertanto, l'uomo è autore, artefice del proprio destino.
Nell'affermazione di nuove classi sociali anche il concetto del lavoro è meno rigido poiché si ritiene lecito l'arricchirsi con esso adottando comportamenti corretti.
Successivamente, nel XV e XVI secolo con l'affermazione delle Signorie e dei Principati, i Comuni vengono trasformati in Stati regionali autonomi.
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