“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
La globalizzazione: aspetti positivi e negativi, effetti conseguenziali in ambito economico, monetario, finanziario e giuridico a livello nazionale ed internazionale
Il processo di globalizzazione, visto come fenomeno di accrescimento a livello mondiale delle relazioni intercorrenti tra sistemi economici, giuridici, sociali e culturali di tutto il mondo, inizia fin dagli anni ’80 poiché le nuove politiche economiche nazionali con il progresso tecnologico ed il conseguente abbattimento dei costi di trasporto, determinano la liberalizzazione degli scambi commerciali e delle transazioni finanziarie.
Con la globalizzazione vengono abbattute tutte le forme di restrizione agli scambi commerciali che impediscono l’integrazione economica e monetaria degli stessi fattori produttivi (es. capitale e lavoro).
Inevitabilmente, l’accrescimento a livello mondiale comporta delle relazioni anche tra i sistemi economici, giuridici, sociali e culturali di tutto il mondo.
La globalizzazione dell’economia determina quella di tipo giuridico che deve ridefinire gli assetti normativi dei principali soggetti pubblici internazionali.
Gli aspetti monetari e soprattutto la loro influenza sull’economia reale e la regolamentazione che ne deriva sono parte integrante dei processi di liberalizzazione del commercio internazionale.
È in queste circostanze che si deve intervenire anche sull’economia e sulla finanza e, pertanto, ogni nazione fa un progressivo trasferimento della sovranità nazionale in favore di organizzazioni economiche internazionali come FMI (Fondo Monetario Internazionale), Banca Mondiale e WTO (World Trade Organization).
Quando l’economia assume caratteri sempre più sovrannazionali, cresce l’attività economica tra soggetti distanti geograficamente tra di loro.
La globalizzazione economica, pertanto, si verifica nel commercio internazionale e negli investimenti diretti esteri (IDE).
Nel secondo dopoguerra questo fenomeno è cresciuto notevolmente conferendo alle economie nazionali un’apertura internazionale.
Questa apertura commerciale è calcolata in base al rapporto intercorrente tra la somma delle esportazioni x e delle importazioni t sul Prodotto Interno Lordo (PIL).
Apertura commerciale = (x + t) / PIL
L’apertura del mercato nazionale al commercio internazionale è un aspetto positivo in quanto dà la possibilità di reperire i prodotti necessari di cui il Paese è sfornito.
Contemporaneamente, però, crea un aspetto negativo in quanto espone lo stesso Paese a rimanere coinvolto in eventuali crisi economiche che si verificano in altri Stati, per poi propagarsi in tutto il mondo.
Altro aspetto positivo è quello che si verifica dal secondo dopoguerra in poi, cioè la riduzione dei tassi sulle merci.
La stessa concorrenza è un ulteriore aspetto positivo insieme alla diminuzione dei costi di trasporto.
L’incremento del flusso dei beni, dei capitali e dei servizi, come conseguenza della New Economy, e contemporaneamente l’evoluzione tecnologica, costituisce il presupposto positivo che diminuisce le distanze mettendo in contatto anche economie molto diverse tra loro.
Altro effetto positivo è la delocalizzazione.
Infatti, aumentando l’apertura internazionale delle varie economie, si riduce il rischio esterno, qualunque ne sia la causa scatenante.
Altro aspetto rilevante è l’effetto che provoca il commercio internazionale intercorrente tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo, in quanto determina dei differenziali di retribuzione fra lavoro qualificato e lavoro non qualificato.
L’aspetto negativo, attualmente più evidente, è che la globalizzazione non è un processo uniforme.
Infatti, una parte significativa della popolazione mondiale non è toccata affatto o ne è largamente esclusa.
Alcuni studiosi reputano che questo fenomeno negativo non è nuovo in quanto si è già verificato in un periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale.
Altro fenomeno legato alla globalizzazione è la relazione che intercorre fra le varie attività finanziarie dovute ai crescenti capitali finanziari e fra questi quelli di capitale bancario e le transazioni finanziarie di obbligazioni ed azioni.
Altro aspetto che è diffuso è il trasferimento di attività patrimoniali in altri mercati.
Nella globalizzazione finanziaria sono protagonisti le multinazionali ed i consumatori, mentre nella globalizzazione operativa sono presenti le banche con i fondi di investimento e con i promotori finanziari.
Tutto questo mercato economico e finanziario mosso dalla globalizzazione ha come obiettivo principale la necessità di adottare comportamenti, provvedimenti e norme che mirino all’efficienza.
Il mercato, infatti, premia i Paesi virtuosi.
È evidente che quando i governi incentivano la stabilità finanziaria, cedono gradualmente la governance a favore di organismi sovrannazionali (Financial Stability Board) o vincoli, come per i Paesi europei.
Un’ulteriore spinta alla globalizzazione si è avuta con le direttive comunitarie tramite i negoziati multilaterali (OCSE- Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
La globalizzazione, in realtà, per molti dei motivi esposti, secondo alcuni studiosi del fenomeno, rende inadeguata l’idea di società intesa come sistema unitario, definito territorialmente e organizzato dalle istituzioni preposte.
Secondo questi, mette in dubbio l’insieme dei poteri dello Stato nazionale, la sua sovranità e l’indipendenza nei confronti di altri soggetti pubblici internazionali.
In più, affermano che le stesse fonti normative sono molto diverse tra loro e riducono l’attività legislativa dello Stato a semplice attività amministrativa che deve, poi, solo adottarle.
Altri studiosi, invece, vedono nella globalizzazione economica un nuovo processo positivo in quanto implica una partecipazione di tutti ad attuare valori liberali ed a creare i presupposti di una maggiore eguaglianza nella distribuzione della ricchezza a livello mondiale.
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