“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Ciao a tutti!
Oggi analizzo il romanzo Il compagno scritto da Cesare Pavese.
Ricorrendo alle stesse parole utilizzate dall'autore per la prefazione: "Il presente libro è la storia di un’educazione e di una scoperta. Come i
giovani delle classi colte borghesi maturassero alla vita e alla storia
negli ultimi anni del fascismo, ci è stato raccontato da molti. Resta a
tutt’oggi da indagare come ci siano arrivati gli altri — i proletari e
gli incolti. L’autore non s’illude di esserci riuscito, ma ha provato.."
In questo romanzo, Pavese cerca di affrontare e di risolvere le profonde contraddizioni che emergono dal confronto drammatico della propria individualità con la realtà circostante, tramite un utilizzo diverso del suo materiale letterario.
Per comprendere al meglio il contenuto ed il messaggio di questo profondo romanzo, è necessario analizzare la vita dell'autore.
Cesare Pavese, nato a Santo Stefano Belbo il 9 settembre 1908 e morto a Torino il 27 agosto 1950, è stato, secondo le varie situazioni che hanno caratterizzato la sua esistenza, scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario.
L’infanzia fu funestata dalla morte di due fratelli e una sorella nonché da quella del padre per un cancro al cervello. Questi eventi decisamente influirono nella sua esistenza che, all’epoca, aveva solo cinque anni.
Successivamente, le difficoltà economiche obbligarono la madre a vendere la tenuta in campagna ed a trasferirsi in un villino a Torino. Lo stato di salute della stessa si aggravò al punto da affidare Cesare a numerose balie. Il distacco dalla madre, la condizione economica precaria segnarono, pertanto, la vita dello scrittore rendendolo introverso ed inistabile .
Il corso di studi, dalle elementari alla laurea, si svolge frequentando le migliori scuole di Torino, secondo quanto era previsto nel percorso tipico dei figli delle classi borghesi.
È questo uno dei punti nodali de Il compagno; infatti, in questa opera si evidenzia proprio questo aspetto, cioè le diverse modalità con le quali i giovani si avvicinavano alla vita e alla storia durante il periodo fascista.
L’autore, dunque, analizza la sostanziale differenza tra chi poteva accedere a queste possibilità e, quindi, emergere e chi, invece, disponendo di mezzi inferiori tipici delle classi meno ambienti come proletari ed ignoranti, avesse così maggiori difficoltà.
Nella figura de Il compagno, egli immagina, infatti, un giovane piccolo borghese poco impegnato, con conoscenze limitate che dispone di pochi mezzi e, pertanto, ha un’enorme difficoltà a proporsi.
Pablo appartiene alla seconda categoria. Il suo nome è preso dalla lingua spagnola per la sua grande passione di suonare la chitarra nelle balere dei dintorni di Torino. Egli è poco interessato a costruirsi un futuro sicuro e duraturo. Come l’autore, anch’egli ama le donne che, però, lo ignorano.
Egli non studia, non si impegna in un percorso intellettuale. Solo quando perdutamente si innamora di Linda, decide di guadagnare ed entra in officina per imparare il mestiere di meccanico.
Egli è perennemente confuso tra ciò che desidera e l’impossibilità di concretizzare il modo per arrivare all’ obiettivo.
Pablo, in ognuno, evidenzia sempre quelle differenze o “qualità” che non nota in lui. In Amelio, infatti, per molti aspetti, vede un uomo maturo ed un amico da comprendere. Infatti, dice di lui che, quando interviene in un discorso non supera le quattro parole che sono, però, così incisive da dissipare ogni dubbio. Amelio, secondo Pablo, proprio perché è dotato di queste qualità, piace alle donne, in più possiede anche una motocicletta e, quasi tutte le sere, può suonare per gli amici nelle sale da ballo.
Il rapporto intercorrente tra Pavese e Pablo è sorprendente poiché l’autore, nonostante le sue eccezionali qualità e capacità, comunque sembra rimanere soggiogato dalla figura di Amelio. Egli, infatti, sente per lui una forte stima. Il rapporto tra i due ragazzi, secondo me, rimane sempre molto riservato, tanto che Pablo non riuscirà mai a chiarirsi l’incognita del limite del legame tra Amelio e Linda, una ragazza, che lui scoprirà disinvolta e libera, coinvolta nella vita mondana e pronta a prendere lei ogni iniziativa.
Sono bellissime le pagine che evidenziano la passione di Pablo per Linda alla luce dello struggente senso di colpa che egli avverte nei confronti di Amelio, infermo.
Linda, purtroppo lo abbandona e si allontana da Torino con Lubrani, un "impresario di cinquant’anni pieno di soldi".
Tale decisione turba profondamente Pablo che, dopo lunghi ripensamenti, si trasferisce a Roma.
Nella capitale prende così coscienza di una nuova realtà e decide di entrare in un gruppo di opposizione clandestina.
Per sopravvivere lavora in una bottega dove si riparano biciclette. Conosce, così, Gina, una ragazza che è l’opposto di Linda, tanto che nasce tra loro un legame molto serio.
Purtroppo, egli viene arrestato ed incarcerato e poi rimesso in libertà con l’obbligo, però, di ritornare a Torino, in quanto aiuta un fuoriuscito spagnolo ricercato dalla polizia fascista.
Pablo è così costretto a dimenarsi in una realtà nuova e complessa.
Gli ultimi eventi politici e sociali hanno modificato l’esistenza di tutti, particolarmente, quella dei meno ambienti.
Il protagonista del romanzo è, in realtà, un essere umano che, per quanto si possa impegnare o coinvolgere, difficilmente riesce a raggiungere risultati validi che durino nel tempo.
Sono proprio i modi diversi di affrontare la vita e la quotidianità a distinguere un Pablo dall’altro.
Infatti, è quello che rimarca l’autore : “Ognuno di noi è, in realtà, una copia di Pablo. Tutti si impegnano a migliorare questa vita, ma in realtà la differenza la faranno non le persone, ma gli eventi e le circostanze e, comunque, solo le generazioni successive decideranno chi di questi è riuscito ad emergere”.
È evidente che Pablo - uomo, solo in alcuni casi e dopo tanti sforzi, riesce ad emendarsi fino a raggiungere una posizione di vertice, diventando come lo definisce l’autore, un “Big”.
La posizione di “Big” è, però, la fase culminante di una vita brillante, di successo che va a chiudere un processo evolutivo della vita professionale.
Quindi, il “Big” conclude brillantemente la sua carriera.
Ben diversa è la condizione del giovane indigente che si propone come assistente meccanico per guadagnare l’indispensabile per potersi, poi, sposare con la persona amata (Linda e Pablo).
Ben diverso ancora, secondo me, è la particolarità limitata ad un ristretto numero rappresentata dallo studente brillante che ha studiato inglese ed ha anche approfondito la letteratura americana ed è così sicuro delle sue capacità da scrivere le sue prime liriche come nel caso di Pavese.
Diversamente e più drammatica, invece, è la posizione del giovane disperato che vede una soluzione nel togliersi la vita con un colpo di pistola.
Ammirevole sicuramente, invece, è per me, colui che nonostante le numerose difficoltà, si sforza di andare avanti con tutte le sue forze.
Queste varie umanità con queste caratteristiche, Cesare Pavese le concentra nella figura poliedrica di Pablo e con la maestria, la competenza e la sua grande sensibilità, fa de Il compagno un’opera, secondo me, attuale anche in questo momento storico, caratterizzato da gravi conflitti che mettono a dura prova l’esistenza di ognuno di noi e la sorte di tanti giovani sbandati da eventi straordinari, pertanto, dovremmo tutti leggerlo con grande attenzione.
L’infanzia fu funestata dalla morte di due fratelli e una sorella nonché da quella del padre per un cancro al cervello. Questi eventi decisamente influirono nella sua esistenza che, all’epoca, aveva solo cinque anni.
Successivamente, le difficoltà economiche obbligarono la madre a vendere la tenuta in campagna ed a trasferirsi in un villino a Torino. Lo stato di salute della stessa si aggravò al punto da affidare Cesare a numerose balie. Il distacco dalla madre, la condizione economica precaria segnarono, pertanto, la vita dello scrittore rendendolo introverso ed inistabile .
Il corso di studi, dalle elementari alla laurea, si svolge frequentando le migliori scuole di Torino, secondo quanto era previsto nel percorso tipico dei figli delle classi borghesi.
È questo uno dei punti nodali de Il compagno; infatti, in questa opera si evidenzia proprio questo aspetto, cioè le diverse modalità con le quali i giovani si avvicinavano alla vita e alla storia durante il periodo fascista.
L’autore, dunque, analizza la sostanziale differenza tra chi poteva accedere a queste possibilità e, quindi, emergere e chi, invece, disponendo di mezzi inferiori tipici delle classi meno ambienti come proletari ed ignoranti, avesse così maggiori difficoltà.
Nella figura de Il compagno, egli immagina, infatti, un giovane piccolo borghese poco impegnato, con conoscenze limitate che dispone di pochi mezzi e, pertanto, ha un’enorme difficoltà a proporsi.
Pablo appartiene alla seconda categoria. Il suo nome è preso dalla lingua spagnola per la sua grande passione di suonare la chitarra nelle balere dei dintorni di Torino. Egli è poco interessato a costruirsi un futuro sicuro e duraturo. Come l’autore, anch’egli ama le donne che, però, lo ignorano.
Egli non studia, non si impegna in un percorso intellettuale. Solo quando perdutamente si innamora di Linda, decide di guadagnare ed entra in officina per imparare il mestiere di meccanico.
Egli è perennemente confuso tra ciò che desidera e l’impossibilità di concretizzare il modo per arrivare all’ obiettivo.
Pablo, in ognuno, evidenzia sempre quelle differenze o “qualità” che non nota in lui. In Amelio, infatti, per molti aspetti, vede un uomo maturo ed un amico da comprendere. Infatti, dice di lui che, quando interviene in un discorso non supera le quattro parole che sono, però, così incisive da dissipare ogni dubbio. Amelio, secondo Pablo, proprio perché è dotato di queste qualità, piace alle donne, in più possiede anche una motocicletta e, quasi tutte le sere, può suonare per gli amici nelle sale da ballo.
Il rapporto intercorrente tra Pavese e Pablo è sorprendente poiché l’autore, nonostante le sue eccezionali qualità e capacità, comunque sembra rimanere soggiogato dalla figura di Amelio. Egli, infatti, sente per lui una forte stima. Il rapporto tra i due ragazzi, secondo me, rimane sempre molto riservato, tanto che Pablo non riuscirà mai a chiarirsi l’incognita del limite del legame tra Amelio e Linda, una ragazza, che lui scoprirà disinvolta e libera, coinvolta nella vita mondana e pronta a prendere lei ogni iniziativa.
Sono bellissime le pagine che evidenziano la passione di Pablo per Linda alla luce dello struggente senso di colpa che egli avverte nei confronti di Amelio, infermo.
Linda, purtroppo lo abbandona e si allontana da Torino con Lubrani, un "impresario di cinquant’anni pieno di soldi".
Tale decisione turba profondamente Pablo che, dopo lunghi ripensamenti, si trasferisce a Roma.
Nella capitale prende così coscienza di una nuova realtà e decide di entrare in un gruppo di opposizione clandestina.
Per sopravvivere lavora in una bottega dove si riparano biciclette. Conosce, così, Gina, una ragazza che è l’opposto di Linda, tanto che nasce tra loro un legame molto serio.
Purtroppo, egli viene arrestato ed incarcerato e poi rimesso in libertà con l’obbligo, però, di ritornare a Torino, in quanto aiuta un fuoriuscito spagnolo ricercato dalla polizia fascista.
Pablo è così costretto a dimenarsi in una realtà nuova e complessa.
Gli ultimi eventi politici e sociali hanno modificato l’esistenza di tutti, particolarmente, quella dei meno ambienti.
Il protagonista del romanzo è, in realtà, un essere umano che, per quanto si possa impegnare o coinvolgere, difficilmente riesce a raggiungere risultati validi che durino nel tempo.
Sono proprio i modi diversi di affrontare la vita e la quotidianità a distinguere un Pablo dall’altro.
Infatti, è quello che rimarca l’autore : “Ognuno di noi è, in realtà, una copia di Pablo. Tutti si impegnano a migliorare questa vita, ma in realtà la differenza la faranno non le persone, ma gli eventi e le circostanze e, comunque, solo le generazioni successive decideranno chi di questi è riuscito ad emergere”.
È evidente che Pablo - uomo, solo in alcuni casi e dopo tanti sforzi, riesce ad emendarsi fino a raggiungere una posizione di vertice, diventando come lo definisce l’autore, un “Big”.
La posizione di “Big” è, però, la fase culminante di una vita brillante, di successo che va a chiudere un processo evolutivo della vita professionale.
Quindi, il “Big” conclude brillantemente la sua carriera.
Ben diversa è la condizione del giovane indigente che si propone come assistente meccanico per guadagnare l’indispensabile per potersi, poi, sposare con la persona amata (Linda e Pablo).
Ben diverso ancora, secondo me, è la particolarità limitata ad un ristretto numero rappresentata dallo studente brillante che ha studiato inglese ed ha anche approfondito la letteratura americana ed è così sicuro delle sue capacità da scrivere le sue prime liriche come nel caso di Pavese.
Diversamente e più drammatica, invece, è la posizione del giovane disperato che vede una soluzione nel togliersi la vita con un colpo di pistola.
Ammirevole sicuramente, invece, è per me, colui che nonostante le numerose difficoltà, si sforza di andare avanti con tutte le sue forze.
Queste varie umanità con queste caratteristiche, Cesare Pavese le concentra nella figura poliedrica di Pablo e con la maestria, la competenza e la sua grande sensibilità, fa de Il compagno un’opera, secondo me, attuale anche in questo momento storico, caratterizzato da gravi conflitti che mettono a dura prova l’esistenza di ognuno di noi e la sorte di tanti giovani sbandati da eventi straordinari, pertanto, dovremmo tutti leggerlo con grande attenzione.
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