Contesto generale La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Il pittore riprende un suggestivo ponte ad arco che traversa lo stagno delle ninfee, soggetto presente in alcune incisioni dell'artista giapponese Hokusai.
Sull'acqua che scorre verso il fronte del dipinto, la vegetazione brilla sotto i raggi del sole che penetrano tra le fronde degli alberi.
I fiori delle ninfee sono in tonalità di rosa diverse e spiccano chiaramente tra il verde lussureggiante delle foglie.
Sulla riva la vegetazione è alta e si confonde con le chiome dei salici piangenti ed altri arbusti.
Il sole, filtrato dalle foglie, crea zone di intensità luminosa differenti; i riflessi, quindi, si alternano alle zone d'ombra creando un interno alternarsi di colori sull'acqua.
Le pennellate sono rapide e descrivono, con un andamento diverso, le superfici vegetali.
Lo specchio d'acqua dello stagno è suggerito con l'uso di brevi tratti orizzontali.
La vegetazione della riva è definita da pennellate oblique e verticali, mentre le chiome dei salici e degli altri arbusti sono disegnate contratti curvilinei e brevi, tipici dell'Impressionismo.
Le forme sono intuibili e vengono suggerite dalle diverse superfici e dai contrasti cromatici.
Come in tutti i dipinti impressionisti, in particolare quelli di Monet, il fine è quello di creare un'istantanea del momento e non una descrizione scientifica, con particolare cura ai dettagli.
Il titolo allude ad un uso abbondante di rosa e di varie tonalità tipiche dei fiori di ninfee, accompagnato dal verde lussureggiante degli alberi.
Lo spazio del dipinto si coglie grazie al ponte giapponese che con la sua linearità determina le dimensioni della scena.
Il laminato vegetale che ricopre lo stagno si intensifica sullo sfondo per, poi, diminuire in primo pano, riducendosi a semplici fili d'erba di un cespuglio.
Nel dipinto è presente anche una leggera simmetria dove le ninfee e i cespugli sulla riva si rispecchiano sull'acqua.
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