“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Il pittore riprende un suggestivo ponte ad arco che traversa lo stagno delle ninfee, soggetto presente in alcune incisioni dell'artista giapponese Hokusai.
Sull'acqua che scorre verso il fronte del dipinto, la vegetazione brilla sotto i raggi del sole che penetrano tra le fronde degli alberi.
I fiori delle ninfee sono in tonalità di rosa diverse e spiccano chiaramente tra il verde lussureggiante delle foglie.
Sulla riva la vegetazione è alta e si confonde con le chiome dei salici piangenti ed altri arbusti.
Il sole, filtrato dalle foglie, crea zone di intensità luminosa differenti; i riflessi, quindi, si alternano alle zone d'ombra creando un interno alternarsi di colori sull'acqua.
Le pennellate sono rapide e descrivono, con un andamento diverso, le superfici vegetali.
Lo specchio d'acqua dello stagno è suggerito con l'uso di brevi tratti orizzontali.
La vegetazione della riva è definita da pennellate oblique e verticali, mentre le chiome dei salici e degli altri arbusti sono disegnate contratti curvilinei e brevi, tipici dell'Impressionismo.
Le forme sono intuibili e vengono suggerite dalle diverse superfici e dai contrasti cromatici.
Come in tutti i dipinti impressionisti, in particolare quelli di Monet, il fine è quello di creare un'istantanea del momento e non una descrizione scientifica, con particolare cura ai dettagli.
Il titolo allude ad un uso abbondante di rosa e di varie tonalità tipiche dei fiori di ninfee, accompagnato dal verde lussureggiante degli alberi.
Lo spazio del dipinto si coglie grazie al ponte giapponese che con la sua linearità determina le dimensioni della scena.
Il laminato vegetale che ricopre lo stagno si intensifica sullo sfondo per, poi, diminuire in primo pano, riducendosi a semplici fili d'erba di un cespuglio.
Nel dipinto è presente anche una leggera simmetria dove le ninfee e i cespugli sulla riva si rispecchiano sull'acqua.
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