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Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

Caratteri generali dell'Impressionismo

Impressione, sole nascente (1872)
Claude Monet


L'Impressionismo è un movimento pittorico francese che nasce intorno al 1860 a Parigi.
Questo movimento artistico scaturisce dal Realismo, in quanto si interessa alla rappresentazione della realtà quotidiana e degli usi e costumi della società del tempo senza, tuttavia, condividerne l'impegno ideologico e politico.
La vicenda dell'Impressionismo è quasi paragonabile ad una cometa che, così come percorre il cielo notturno, in modo analogo attraversa la storia dell'arte, rivoluzionandola completamente sia nei temi che, soprattutto, nella tecnica pittorica.
Nonostante duri meno di vent'anni, l'Impressionismo lascia un'eredità con cui faranno i conti tutte le esperienze pittoriche successive, aprendo la strada all'arte contemporanea.
La grande rivoluzione di cui è portatore l'Impressionismo riguarda la tecnica, la quale scaturisce dalla volontà di rappresentare solo e soltanto la realtà sensibile.
La corrente artistica evita qualsiasi riferimento alla costruzione ideale della realtà (vedasi Romanticismo) per occuparsi solo dei fenomeni ottici della visione, rappresentandoli con la maggior fedeltà possibile.
L'Impressionismo diventa, così, lo stile della vita parigina di quegli anni proprio per la sua capacità di rendere piacevole qualsiasi cosa rappresenti e di mettere in risalto con i colori e il tocco a "virgolette" la bellezza dei paesaggi e il progresso della civiltà.
I protagonisti dell'Impressionismo sono, soprattutto, i pittori francesi: Claude Monet, Auguste Renoir, Alfred Sissley, Camille Pissaro e, con una diversa originalità, Edgar Degas.
Un posto separato tra la schiera dei pittori citati sono Édouard Manet, poiché considerato il precursore dell'Impressionismo, e Paul Cézanne che, invece, è considerato il precursore del Cubismo.
Le date fondamentali per lo sviluppo dell'Impressionismo sono:
  • 1863: Édouard Manet espone Colazione sull'erba al Salon de Refusés; 
  • 1874: prima mostra dei pittori impressionisti presso lo studio del fotografo Nadar;
  • 1886: ultima mostra impressionista presso la galleria d'arte Durand-Ruel.
Le esperienze fondamentali da cui trae spunto il movimento pittorico sono da rintracciarsi nella pittura di Delacroix e dei pittori inglesi Constable e Turner.
I punti fondamentali per seguire le specificità dell'Impressionismo sono:
  • il problema della luce e del colore;
  • la pittura en plein air;
  • l'esaltazione dell'attimo fuggente;
  • i soggetti urbani.
La grande specificità del linguaggio pittorico impressionista sta, soprattutto, nell'uso del colore e della luce in quanto sono gli elementi principali di una visione.
L'occhio umano, infatti, percepisce prima la luce e i colori, poi, attraverso la sua capacità di elaborazione cerebrale, distingue le forme degli oggetti e lo spazio in cui sono collocati.
Il rinnovamento della tecnica pittorica, iniziata da Manet, inizia proprio dalla scelta di rappresentare solo la realtà sensibile.
Con il progresso scientifico-tecnologico, lo studio del meccanismo della visione umana ha permesso di capire meglio il procedimento ottico di percezione dei colori e della luce.
L'occhio umano presenta recettori sensibili a tre colori: rosso, verde e blu.
Una stimolazione simultanea di tutti e tre i recettori, mediante tre luci pure (rossa, blu e verde), dà la luce bianca.
Questo meccanismo è definito sintesi additiva.
Si è visto che gli oggetti, tra tutte le onde elettromagnetiche che costituiscono lo spettro visibile della luce, ne assorbono alcune e ne riflettono delle altre, le quali corrispondono al colore dei medesimi.
Per esempio, l'oggetto di colore verde non riflette le onde di colore rosso o blu, ma solo quelle corrispondenti al verde.
I colori che l'artista pone su una tela bianca seguono lo stesso meccanismo: essi selezionano solo alcune onde da riflettere.
In pratica, i colori sono dei filtri che non consentono la riflessione degli altri colori, ossia, sovrapponendo più colori si ottiene la progressiva filtratura e, quindi, soppressione di varie colorazioni fino a giungere al nero.
In questo caso si ottiene la cosiddetta sintesi sottrattiva.
I colori posti su una tela agiscono sempre operando una sintesi sottrattiva: più i colori si mescolano e si sovrappongono, meno luce riflette il dipinto.
L'intento degli impressionisti è proprio evitare la perdita di luce riflessa, così da conferire alle loro tele la stessa intensità visiva che si ottiene da una percezione diretta della realtà.
Per far raggiungere tale scopo adottano le seguenti tecniche:
  • utilizzo di colori puri;
  • assenza del chiaro-scuro;
  • accostamento di colori complementari;
  • assenza del nero;
  • le ombre dei soggetti sono colorate.
Nonostante l'adozione comune di queste tecniche pittoriche, all'interno del movimento artistico si distinguono due atteggiamenti fondamentalmente diversi tra i pittori, fenomeno che dipende dal risultato a cui essi tendono:
  • da un lato ci sono pittori come Monet che propongono sensazioni visive pure, senza preoccuparsi delle forme che producono queste sensazioni ottiche; infatti, egli vaporizza le forme, dissolvendole nella luce.
  • Dall'altro ci sono pittori come Degas e Cézanne che utilizzano la tecnica impressionista per proporre la visione di forme ricostruite attraverso la luce e i colori ed inserite in uno spazio.
I pittori impressionisti, adottando la tecnica del colore, evitano la pratica del disegno, atteggiamento che permette loro di realizzare quadri anche direttamente sul posto (en plein air).
L'en plein air era una tecnica già utilizzata nella Scuola di Barbizon.
Ciò che realizzavano all'aria aperta i pittori impressionisti, però, era una stesura iniziale, da cui ottenere il motivo sul quale lavorare, poi, in studio, rifinendolo fino alla fine.
Gli impressionisti portano al limite estremo questa pratica realizzando e finendo i loro quadri direttamente sul posto.
Questa scelta è dettata dalla volontà di cogliere con freschezza ed immediatezza tutti gli effetti luministici che la visione diretta fornisce.
Una successiva prosecuzione del quadro nello studio avrebbe messo in gioco la memoria che poteva alterare la sensazione immediata di una visione.
La scelta degli impressionisti di rappresentare la realtà cogliendone le impressioni istantanee ha portato questo stile ad esaltare su tutto la sensazione dell'attimo fuggente.
Secondo i pittori impressionisti, la realtà cambia continuamente aspetto: la luce varia in ogni istante, le cose si muovono spostandosi nello spazio, al punto che la visione di un momento è già diversa nel momento successivo.
Per questo motivo, nella pittura impressionista le immagini trasmettono sempre una sensazione di mobilità.
A differenza del momento pregnante della pittura neoclassica e romantica, che sintetizza la storia nel suo momento più significativo, l'attimo fuggente coglie le sensazioni e le emozioni, sempre positive e gradevoli.
L'attimo fuggente della pittura impressionista ha analogie evidenti con la fotografia; infatti, la fotografia coglie un'immagine della realtà in una frazione di secondo.
Dalla fotografia gli impressionisti non prendono solo la velocità della sensazione, ma anche i particolari tagli di inquadratura che danno alle loro immagini un particolare sapore di modernità.


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