“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Le spigolatrici (1857) Jean-François Millet |
Durante gli anni quaranta dell'Ottocento, in Francia gli artisti scelsero una maggiore adesione alla realtà sociale del proprio tempo.
I motivi di questo fenomeno sono di natura:
- culturale : si afferma il Positivismo, il quale afferma il primato della razionalità umana e della scienza e la fiducia dell'uomo nel progresso scientifico-tecnologico;
- socio-economica : la mancanza di riforme adeguate per il settore agricolo determinò la riconversione sociale da parte della popolazione sul settore industriale, provocando il trasferimento delle popolazioni contadine dalla campagna alla città;
- politica : a seguito dei numerosi moti rivoluzionari e della rivoluzione del 1848, in Francia viene deposta la monarchia e proclamata la seconda repubblica.
Il termine "realismo" indica ogni movimento artistico che sceglie la rappresentazione fedele della realtà.
Il Realismo francese della seconda metà dell'Ottocento, in particolare, sceglie di rappresentare la vera condizione di vita delle classi lavoratrici senza alcuna trasfigurazione che mascherasse i reali problemi sociali.
Il protagonista del Realismo francese è Gustave Courbet.
Nei suoi quadri, Courbet rappresenta gente povera e umile al fine di denunciare, spesso con tono provocatorio, al pubblico (borghese) dell'arte la descrizione di quelle sofferenze patite dalle classi meno abbienti, dovute agli interessi della borghesia.
L'arte di Courbet non riscosse un grande successo al pari di quella di Jean-Françoise Millet; infatti, quest'ultimo rappresentò con dei caratteri ancora idilliaci e romantici il mondo rurale.
Nel fenomeno del realismo va considerata l'esperienza della scuola di Barbizon.
Questa scuola pittorica produsse paesaggi e contribuì a superare il Vedutismo settecentesco in nome di una fedeltà maggiore alla realtà.
Tra i pittori della scuola di Barbizon si ricorda Camille Corot, la cui capacità di cogliere il vero nella visione del paesaggio lo fa uno dei più grandi vedutisti di tutti i tempi.
Il Realismo diventa la premessa per la pittura di Manet e degli impressionisti.
In realtà, il Realismo è una costante presente nell'arte francese dell'Ottocento, dal Neoclassicismo di Jacques-Louis David al Romanticismo di Eugéne Delacroix e Théodore Géricault, per passare, poi, all'Impressionismo e al Post-Impressionismo con Paul Cézanne.
Il Realismo in Italia: i Macchiaioli
Sulle colline a Settignano(1885) Telemaco Signorini |
Dal 1850, con l'affermazione del Positivismo in Italia, si dà una maggiore attenzione alla descrizione scientifica ed obiettiva della realtà.
In questo periodo, nel circolo del caffè Michelangelo a Firenze si forma un gruppo di artisti, definiti Macchiaioli, che diffusero una delle più omogenee e rilevanti tendenze di Realismo.
Il termine dispregiativo utilizzato per definire questi artisti, "macchiaioli", scaturisce dalla particolare tecnica pittorica adottata dagli stessi nei loro dipinti: dipingere per macchie di colore senza velature ed effetti chiaro-scuro.
I più importanti artisti sono Adriano Cecioni, Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, i quali parteciparono, insieme ad altri artisti, alle campagne risorgimentali del 1848 e del 1859.
Da un punto di vista stilistico, i Macchiaioli si avvicinano al movimento dell'Impressionismo, anche se sono assenti il tocco a virgolette e la vivacità cromatica per lasciar spazio a macchie di colori terrosi e spenti.
I Macchiaioli aboliscono il chiaroscuro cercando una pittura che distingue le varie forme in base al contrasto di luce o di colore.
Essi ottengono, così, una pittura realistica che, unendosi ai temi di vita quotidiana, permettono di considerare questo movimento come uno dei più importanti del Realismo.
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