“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
L'essenza del teatro di Goldoni, al fine di creare una comunicazione ampia e diretta, è quella di realizzare una copia del mondo con una sua vitalità varia.
I due capisaldi della sua produzione teatrale sono la realtà della vita e la rappresentazione scenica.
Per Goldoni, il mondo è il primo "maestro", indispensabile in ogni periodo storico e sociale per dare vita alla commedia.
Egli, infatti, lo osserva e lo analizza nel suo insieme, in particolare negli aspetti più evidenti come i costumi morali e la semplicità della vita quotidiana.
In ogni sua opera si evidenzia tutta l'attenzione e la curiosità dell' "apprendista", il quale a tutti i costi vuole entrare in quella realtà che da semplice natura e curiosità, tramite l'esperienza, diventa conoscenza universale.
Goldoni nota nel mondo tutta la varietà dei caratteri, delle passioni, delle abitudini quotidiane, analizzando i vizi e i difetti dell'animo umano.
L'autore predilige come personaggio modello la persona virtuosa che, sacrificandosi, resiste alla corruttela.
Goldoni, quindi, pone attenzione critica nelle sue commedie alla società, evidenziando particolarmente i comportamenti dei virtuosi che riescono, con i loro costanti interventi, a realizzare un equilibrio razionale.
Un altro elemento rilevante del teatro goldoniano è il modo specifico di comporre tutti gli elementi offerti dal mondo.
L'autore coglie dal mondo i comportamenti degli uomini e li rappresenta in modo così arguto da dare loro la massima evidenza.
In questo modo, i contenuti esposti nelle opere diventano più semplici da comprendere agli stessi spettatori.
Tutto il lavoro deve suscitare interesse, riflessione e buonumore nel pubblico, il quale va ad assistere allo spettacolo godendo degli effetti naturali presentati con buon garbo in modo, però, che tutto ciò non offenda.
La locandiera è l'esempio più lampante della riforma goldoniana che nasce proprio dall'esigenza di ridare dignità alla commedia.
La riforma consiste proprio nella riscoperta del testo e della sua stesura, abolendo le maschere e sostituendole con personaggi trattati individualmente.
I due libri che approfondiscono il pensiero dell'autore e i capisaldi della riforma goldoniana sono "Mondo" e "Teatro": il primo rappresenta la vita sociale della Venezia settecentesca, mentre nel secondo l'autore mette in scena ciò che, a suo avviso, accade nel mondo.
Nella commedia goldoniana si susseguono i dialoghi, le battute brevi ed efficaci ed, in particolare, gli "a parte", cioè i pensieri dei personaggi, i loro stati d'animo e le stesse strategie.
Un'altra novità straordinaria è l'esigenza moralizzatrice e didascalica dell'opera teatrale.
Ne La locandiera si ritrovano tutti i tratti della riforma, a partire dal luogo in cui è ambientata la vicenda fino al personaggio di Mirandolina, del quale Goldoni esalta sia il fascino che le grazie femminili, oltre allo spirito pratico e al buon senso dovuto alle virtù della borghesia settecentesca spregiudicata, libera e, allo stesso tempo, attenta a valorizzare se stessa nella realtà quotidiana.
In questa opera teatrale, come nelle altre, Goldoni adotta un linguaggio extra grammaticale, fuori da ogni tradizione letteraria; infatti, Mirandolina usa un linguaggio quotidiano che rispecchia a pieno il suo personaggio.
Goldoni, in questo modo, opera una riforma tecnica nel teatro attribuendo al personaggio un linguaggio adeguato e intelligibile a tutto il popolo.
A partire dall'infinita miniera di argomenti colti durante i viaggi e dalla osservazione dei comportamenti nelle strade e nei caffè, in particolare usi, costumi, caratteristiche e vizi più comuni dell'italiano del Settecento, il drammaturgo veneziano sviluppa i personaggi delle sue opere.
L'autore esalta la figura del mercante che basa la sua vita sull'attività economica ed è costantemente operoso, a differenza del comportamento dei nobili, sempre oziosi.
Un'opera che rispecchia questa condizione è La bottega del caffè.
Il protagonista, il caffettiere Ridolfo, infatti, rappresenta il mercante che tende alla propria riuscita individuale tramite l'operosità ed il buon senso.
Egli è, inoltre, ottimista e crede nella possibilità di resistere alle lusinghe del mondo esterno determinando, così, il benessere della sua famiglia.
Gli stessi criteri li adotta nella commedia Truffaldino, servo di due padroni.
Truffaldino si comporta da sciocco tutte le volte che non è interessato, mentre dimostra una grande astuzia nelle situazioni che lo toccano direttamente.
Visto che il suo unico interesse è quello di mangiare a sazietà, servirà due padroni, dando così vita ad una storia complicata, fatta di equivoci, di inganni e di acrobazie.
È evidente che Carlo Goldoni rimane la figura più rappresentativa del Settecento italiano e dell'Illuminismo poetico.
Il pensiero di Goldoni va necessariamente letto insieme alla sua riforma teatrale, la quale si afferma al di là delle singole commedie creando, addirittura, i presupposti per il teatro contemporaneo.
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