Animal Farm , written by George Orwell , is a political fable that tells the story of a group of farm animals who rebel against their cruel human master, hoping to create a society where all animals are equal, free, and happy. Inspired by the dream of the wise old pig Old Major, the animals overthrow the farmer Mr. Jones and take control of the farm, renaming it Animal Farm. At first, the animals work together to build an egalitarian community based on the principles of Animalism, summarized in the Seven Commandments painted on the barn wall. However, over time, the pigs—led by the cunning and power-hungry Napoleon—begin to seize control. They gradually assume privileges, manipulate language and truth, and use fear and propaganda to maintain power. Eventually, they become indistinguishable from the humans they once overthrew. This allegory clearly reflects the events of the Russian Revolution of 1917 and the rise of Stalinism. The animals represent different social and political groups...
Per la prima volta ci si interroga sul rapporto tra spazio geografico e tempo storico, in pratica, l’evoluzione raggiunta dalla storia europea al confronto di ciò che è avvenuto per gli abitanti di altre parti del globo, come le terre scoperte o quelle colonizzate, a partire dal XV secolo.
In Italia, Giambattista Vico offre una geniale risposta ai nuovi interrogativi sulla storia. Il suo criterio è basato sul “verum factum”, ossia “il vero coincide con il fatto”. In opposizione al criterio del Razionalismo imperante nel Settecento, il mondo che circonda l’uomo è un’opera imperscrutabile del Creatore. Pertanto solo Dio conosce il senso e il fine dell’esistenza del mondo proprio perché lo ha fatto Lui.
Da ciò, Vico sostiene che l’uomo, essendo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ha la conoscenza certa tutte le volte che fa una cosa.
Il quesito che il filosofo successivamente si pone è : “Dove mai si dispiega la conoscenza umana?”. La risposta a tale quesito risiede nella storia non intesa come una raccolta erudita di fatti, ma un insieme di strutture concettuali che spieghino il divenire della civiltà contestualmente al divenire degli esseri umani.
La storia, così, diventa un campo di indagine aperto a diverse discipline come l’antropologia, la linguistica, la geografia e la psicologia. Giambattista Vico, inoltre, delinea la figura imparziale e indipendente dello storico, facendo riferimento all’operato dello storico Ludovico Antonio Muratori.
Secondo quest’ultimo, la storia deve essere una ricostruzione, rigorosamente documentata, di come sono andate le cose, senza preoccupazioni apologetiche, distinguendo le cause degli avvenimenti ricostruibili con indagine umana dalle vie della Provvidenza certe ma imperscrutabili, e con assoluta indipendenza di giudizio.
Vico sostiene che ogni civiltà attraversa tre epoche, partendo da un’ “età degli dei”, per passare, poi, alla “età degli eroi” e per arrivare, infine, all’ “età degli uomini”. Queste tre epoche corrispondono al progredire delle facoltà intellettuali dell’uomo.
Nella “età degli dei” l’uomo ha una conoscenza prevalentemente sensistica, ossia spiega i fenomeni che lo circondano con l’immaginazione, senza dare una motivazione razionale. In questa età è presente l’animismo, ossia una concezione tipica degli uomini primitivi secondo cui ogni fenomeno o cosa dell’universo, inspiegabile a livello razionale, è dotato di anima e corpo e vive di una vita propria.
Nella “età degli eroi” l’uomo si inizia a discostare dalla conoscenza sensistica e cerca di dare una prima motivazione razionale dei fenomeni che lo circondano.
Nella “età degli uomini” si ha il massimo grado della civilizzazione giacché l’uomo, vivendo in società, regolamenta i rapporti con i suoi simili attraverso leggi e fornisce una motivazione razionale valida a tutti gli eventi che accadono.
Per lo storico, tuttavia, nella “età degli uomini” si verificherà un evento cruciale che porterà l’uomo in uno stato bestiale: verranno frantumate tutte le motivazioni razionali e tutti gli elementi che definiscono civile una società (formazione di un governo, leggi, stratificazione sociale, …), sottolineando che l’uomo, in quella fase, si dimostrerà egoista e anteporrà al bene comune il proprio tornaconto, promuovendo la tirannide e l’anarchia.
È evidente che un’età si afferma a discapito di un’altra: l’ “età degli uomini”, ad esempio, si afferma a discapito dell’immaginazione e della fantasia presente nell’ “età degli dei”. Ecco perché nell’età moderna regna la ragione, mentre langue la fantasia e, con essa, la poesia.
La caduta della “età degli uomini” sarà fonte di una ricostruzione (non completamente nuova) dell’ “età degli dei”. Per questo motivo, il concetto di storia come Scienza nuova per Vico è sintetizzato nel seguente modo: “corsi e ricorsi storici”.
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