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Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

L'opera teatrale di Goldoni in pillole


Ciao a tutti!
In questo post ho voluto riportare in modo sommario alcuni argomenti specifici (e frequentemente discussi a scuola) sull'opera letteraria di Goldoni e sul suo grande contributo allo sviluppo del teatro italiano (e non solo) durante il Settecento.
Spero che questo post possa tornarvi utile.😉

1. Temi trattati nelle opere di Goldoni.

Carlo Goldoni ebbe il merito di portare sulla scena la vera vita della borghesia e del popolo attraverso la sua riforma teatrale.

Il commediografo tratta temi di natura sociale al fine di evidenziare i vizi, le virtù e i difetti della società del suo tempo e comunicare allo spettatore un messaggio etico. Nello specifico, i temi trattati da Goldoni nelle sue commedie sono:
  • La figura della donna in tutte le sue molteplici espressioni, sia private che sociali;
  • La nascita della borghesia e l’esaltazione della figura del mercante come portatore di nuovi valori quali la laboriosità, la concretezza nel valutare le scelte, la moralità ineccepibile e la sua produttività, estesa anche all’intera collettività;
  • La critica della classe nobiliare che non contribuisce in alcun modo al progresso della città e vuole solo mantenere il proprio status sociale;
  • La critica dei difetti della borghesia che vuole ostentare un tenore di vita pari a quello della classe nobiliare, andando al di là delle sue disponibilità.

2. Confronto tra la Commedia dell’Arte e la Riforma goldoniana.

In questo paragrafo si delineano le differenze più rilevanti tra la Riforma goldoniana e la Commedia dell’Arte (sviluppatasi nella metà del Cinquecento).

Le radici storico-culturali

La Commedia dell’Arte si ispira al gusto per la stravaganza e per il fantastico, caratteristiche presenti nel Barocco, mentre la Riforma goldoniana è influenzata dall’Arcadia e dal Razionalismo Settecentesco.

La stesura dei testi teatrali

Le opere della Commedia dell’Arte sono articolate in cinque atti e presentano delle indicazioni sommarie sull’intreccio, in quanto si basano sulla capacità dell’attore di improvvisare (canovaccio). Per quanto riguarda la Riforma goldoniana, essa impone che le opere siano sviluppate in tre atti e che abbiano dei contenuti ben precisi, rappresentati secondo le tre unità aristoteliche (luogo, spazio, azione) nel palcoscenico (copione). Nelle opere non c’è spazio all’arte dell’improvvisazione, ma l’attore si deve attenere alle didascalie e vengono introdotti i seguenti accorgimenti: mimica facciale, abiti, tono della voce.

I personaggi

Nella Commedia dell’Arte i personaggi sono delle maschere che rappresentano degli stereotipi dei comportamenti umani, mentre nella Riforma di Goldoni essi vengono descritti in modo introspettivo e sono dotati di una propria identità.

Lo scopo dell’opera

Nelle opere della Commedia dell’Arte la finalità è suscitare la risata utilizzando, spesso, termini volgari e divertimento a tutti i costi; la Riforma goldoniana, invece, ha un fine etico.

Il registro linguistico

La Commedia dell’Arte adotta nelle sue commedie una scrittura sperimentale che deriva dalla fusione di dialetti diversi (plurilinguismo), mentre nelle commedie di Goldoni viene utilizzato un solo dialetto, il veneziano, (monolinguismo) o dell’italiano di matrice letteraria, il quale si presenta più sciolto e mosso di quello delle prime commedie.

3. Come sono raggruppate le commedie di Goldoni.

Le commedie di Goldoni si possono raggruppare in tre grandi blocchi.
  • Commedie di carattere: sono incentrate sulle caratteristiche del personaggio che domina l’opera, superando ogni ostacolo con le sue qualità personali;
  • Commedie di ambiente: sono basate sulla descrizione della classe sociale alla quale appartengono i personaggi, evidenziandone i vizi e le virtù;
  • Commedie di garbo: in queste commedie il protagonista è quello femminile che si impone con autorevolezza nel mondo esterno, utilizzando le buone maniere e i principi che regolano la società.

4. Definizione di rustego.

La commedia “I rusteghi” è considerata una commedia corale in quanto Goldoni attraverso le caratteristiche dei personaggi dell’opera (Simone, Canciano, Lunardo, Maurizio) vuole descrivere la personalità del rustego. Goldoni spiega che tale termine, proveniente dal dialetto veneziano, descrive una persona anziana, aspra e villana che, arroccandosi sulla sua ignoranza e sulle sue consuetudini, oppone un netto rifiuto verso il mondo esterno in continua evoluzione.

5. Il ruolo della signora Felice ne “I rusteghi”, donna di garbo.

La signora Felice è uno dei personaggi femminili più significativi delle commedie goldoniane. Le caratteristiche con le quali l’autore realizza il personaggio fanno riferimento alla sua professione antecedente al teatro: l’avvocato.

La signora (“siora”) Felice si rivolge agli astanti (i “rusteghi”) prendendo la parola e fa un’arringa con più passaggi: prima impone il silenzio, poi inizia con il precisare che è un principio naturale il fatto che il padre debba occuparsi della sistemazione matrimoniale della propria figlia.

I rusteghi sono colpiti dall’arte oratoria della donna che, al termine dell’intervento posto da “principessa del foro”, rivendica la bontà del proprio operato e, pertanto, chiede l’approvazione e la collaborazione da parte della giuria, ovvero rusteghi e pubblico.

6. La gestione della parola nelle commedie è femminile.

Nelle commedie “La locandiera” e “I rusteghi” assumono un ruolo fondamentale le donne, rispettivamente Mirandolina e Felice. Attraverso questi personaggi dotati di garbo e di sensibilità, Goldoni evidenzia i contrasti tra le classi sociali di appartenenza e quelle dei personaggi con cui interagiscono. Le due donne, con il loro linguaggio semplice e intelligibile, si sono imposte all’attenzione dei vari prototipi di uomini, riuscendo a convincerli e ad averne l’approvazione in una realtà dove la figura femminile era relegata nella quotidianità domestica.

Mirandolina con la sua attività emerge nel mondo del lavoro e si rivela essere un’imprenditrice completa, al pari della figura maschile del momento; ella riesce, così, ad imporsi in famiglia e all’esterno proprio perché si qualifica con il suo lavoro e la gestione del denaro che guadagna.

La “siora” Felice è dotata di una spiccata eloquenza tanto che Goldoni paragona la sua arringa a quella di un avvocato che, in tribunale, parla per tutelare gli interessi del suo cliente.

7. La borghesia si rivela essere nelle commedie di Goldoni una “emulazione sciagurata” nei confronti della nobiltà. La nevrosi dell’apparire che domina sulla borghesia uccide ogni relazione autentica, sostituendola con il trionfo dell’ipocrisia.

In “Trilogia della villeggiatura”, Goldoni tratteggia l’ansia e la nevrosi del piccolo borghese che, volendo imitare il nobile, va in villeggiatura negli stessi luoghi. La differenza della disponibilità economica fa in modo che il borghese abbia poche possibilità di esternare la propria presenza e quella della sua stessa famiglia.

È incomparabile la differenza tra il borghese, che è carente nelle disponibilità, ed il nobile che può permettersi di trascorrere delle splendide vacanze, spostandosi con i suoi agi e le sue corti. In questo modo si evidenzia, dal punto di vista tematico, lo spaccato della società attraverso le vicende personali dei personaggi illustrate in “Trilogia della villeggiatura”.

Fin dal Cinquecento la nobiltà, durante il periodo estivo, andava in villeggiatura nella casa di campagna e ne aveva anche un tornaconto economico grazie ai numerosi possedimenti.

Nel Settecento questo rito si estende alla borghesia non possidente ed avente una condizione economica ben diversa da quella della classe nobiliare; infatti, era dotata di piccoli possedimenti e, tale esperienza, si esauriva nel puro divertimento.

I borghesi, come i personaggi della commedia, si indebitavano per permettersi di andare in villeggiatura dove dovevano sostenere anche ulteriori spese, ma non potevano rinunciarvi in quanto potevano essere visti in mal modo da tutti.

In realtà, ciò che Goldoni critica è il fatto che la moda della villeggiatura ha portato allo sregolamento dell’ideale di tranquillità campagnola in quanto questi villeggianti portano la caoticità della città in campagna, arrecando disturbo agli abitanti (“villici”).

I protagonisti, quindi, non essendo in grado di opporsi alle convenienze poiché non sanno vivere una vita autentica, mettono da parte i sentimenti per non essere giudicati male. Essi rappresentano quella classe borghese che non è in grado di reagire e continua a vivere in una situazione di malessere.

Lo stesso commediografo precisa di aver scelto come personaggi non i ricchi, visto che possono permettersi di fare qualcosa in più rispetto alle altri classi sociali, ma i piccoli (la borghesia) che vogliono essere come i grandi (i nobili). La borghesia, emulando la classe nobiliare, viene meno al suo ruolo di portatrice di autentici valori, come il lavoro e la famiglia. In “Trilogia della villeggiatura” essa abbandona l’idea di libertà ed indipendenza che precedentemente aveva tanto ambito per, poi, ripiegare come apparizione ultima sulla rispettabilità esteriore, legata solo alla ricchezza economica e alla capacità di mostrarsi in società.

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