Contesto generale La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Don
Chisciotte è il protagonista dell’omonima opera di Miguel de Cervantes Saavedra,
la quale si divide in due parti.
La prima parte si apre con una spiegazione dell’autore sul racconto che si prepara a fare, mentre la seconda parte è la narrazione vera e propria.
Il protagonista è Alonso, un nobile che vive nella regione spagnola della Mancia. Egli è un accanito lettore di romanzi cavallereschi. Il suo interesse è tale che non riesce più a distinguere la realtà dalle storie che legge fino a convincersi di essere lui stesso uno dei cavalieri protagonisti di quelle avventure letterarie.
Come i cavalieri medioevali, Alonso si dota di un cavallo, che non è altro che un asino, uno scudiero, Sancho Panza, una nobildonna da amare, Dulcinea del Toboso, ed un re che, assistito da due damigelle, lo possa nominare cavaliere (l’oste nomina Alonso cavaliere nel suo ‘castello’ accompagnato da due prostitute).
Il protagonista, così, si dà il nome di Don Chisciotte della Mancia e decide di affrontare mille imprese e pericoli in groppa al suo destriero, Ronzinante, in nome della sua amata Dulcinea del Toboso, una contadina molto socievole di nome Aldonza Lorenzo.
Dopo un pestaggio con dei mercanti, Don Chisciotte è costretto a ritornare a casa dove il curato del paese ed il barbiere concludono che il protagonista ha uno stato di salute instabile. Per questo motivo, Don Chisciotte assiste alla distruzione dei suoi adorati libri effettuata dalla sua governante e da sua figlia nella speranza che guarisca.
Il protagonista, però, convince un contadino del paese, Sancho Panza, a riprende il suo percorso, nominandolo suo scudiero personale.
Il viaggio inizia con il combattimento di Don Chisciotte contro 30 o 40 mulini a vento, ritenendoli dei giganti da sconfiggere. La pala di un mulino, però, lo disarciona dal cavallo, rendendolo oltre modo ridicolo.
Dopo una serie di “battaglie” perse ed ardue “imprese” fallite, rientra a casa.
Nella seconda parte del romanzo, Cervantes decide, inizialmente, di riscrivere la vera storia del cavaliere dopo la morte e crea il personaggio che diventa oggetto delle beffe di tutti coloro che lo hanno circondato.
Si susseguono episodi che evidenziano i limiti di Don Chisciotte dal duello al corte di carri, dall’incontro con un vero duca ed una duchessa al cavallo di legno.
Dopo ciò, Don Chisciotte torna a casa e si ammala di febbre. Prima di morire, confessa tutto ciò che è accaduto.
Don Chisciotte è una persona semplice, cambia radicalmente la sua identità, lasciando la sicurezza ed il suo paese per andare in cerca di avventure. Il mondo, però, con il quale si deve confrontare non è più quello dei cavalieri, dei romanzi che egli ama leggere.
Le sue avventure, infatti, si concludono tutte in modo ridicolo perché nessuno riconosce il valore dei suoi grandi ideali come la pace, l’onore, la difesa dei deboli e le missioni per sconfiggere i Saraceni.
Don Chisciotte rappresenta tutti i lettori accaniti dei romanzi cavallereschi. L’autore, mediante il protagonista, vuole evidenziare che nella realtà non c’è più posto per gli inutili ideali sostenuti da Don Chisciotte e intende rappresentare i contrasti esistenti tra realtà e finzione.
La prima parte si apre con una spiegazione dell’autore sul racconto che si prepara a fare, mentre la seconda parte è la narrazione vera e propria.
Il protagonista è Alonso, un nobile che vive nella regione spagnola della Mancia. Egli è un accanito lettore di romanzi cavallereschi. Il suo interesse è tale che non riesce più a distinguere la realtà dalle storie che legge fino a convincersi di essere lui stesso uno dei cavalieri protagonisti di quelle avventure letterarie.
Come i cavalieri medioevali, Alonso si dota di un cavallo, che non è altro che un asino, uno scudiero, Sancho Panza, una nobildonna da amare, Dulcinea del Toboso, ed un re che, assistito da due damigelle, lo possa nominare cavaliere (l’oste nomina Alonso cavaliere nel suo ‘castello’ accompagnato da due prostitute).
Il protagonista, così, si dà il nome di Don Chisciotte della Mancia e decide di affrontare mille imprese e pericoli in groppa al suo destriero, Ronzinante, in nome della sua amata Dulcinea del Toboso, una contadina molto socievole di nome Aldonza Lorenzo.
Dopo un pestaggio con dei mercanti, Don Chisciotte è costretto a ritornare a casa dove il curato del paese ed il barbiere concludono che il protagonista ha uno stato di salute instabile. Per questo motivo, Don Chisciotte assiste alla distruzione dei suoi adorati libri effettuata dalla sua governante e da sua figlia nella speranza che guarisca.
Il protagonista, però, convince un contadino del paese, Sancho Panza, a riprende il suo percorso, nominandolo suo scudiero personale.
Il viaggio inizia con il combattimento di Don Chisciotte contro 30 o 40 mulini a vento, ritenendoli dei giganti da sconfiggere. La pala di un mulino, però, lo disarciona dal cavallo, rendendolo oltre modo ridicolo.
Dopo una serie di “battaglie” perse ed ardue “imprese” fallite, rientra a casa.
Nella seconda parte del romanzo, Cervantes decide, inizialmente, di riscrivere la vera storia del cavaliere dopo la morte e crea il personaggio che diventa oggetto delle beffe di tutti coloro che lo hanno circondato.
Si susseguono episodi che evidenziano i limiti di Don Chisciotte dal duello al corte di carri, dall’incontro con un vero duca ed una duchessa al cavallo di legno.
Dopo ciò, Don Chisciotte torna a casa e si ammala di febbre. Prima di morire, confessa tutto ciò che è accaduto.
Don Chisciotte è una persona semplice, cambia radicalmente la sua identità, lasciando la sicurezza ed il suo paese per andare in cerca di avventure. Il mondo, però, con il quale si deve confrontare non è più quello dei cavalieri, dei romanzi che egli ama leggere.
Le sue avventure, infatti, si concludono tutte in modo ridicolo perché nessuno riconosce il valore dei suoi grandi ideali come la pace, l’onore, la difesa dei deboli e le missioni per sconfiggere i Saraceni.
Don Chisciotte rappresenta tutti i lettori accaniti dei romanzi cavallereschi. L’autore, mediante il protagonista, vuole evidenziare che nella realtà non c’è più posto per gli inutili ideali sostenuti da Don Chisciotte e intende rappresentare i contrasti esistenti tra realtà e finzione.
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