Contesto generale La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

Giambattista
Basile è stato un letterato e scrittore italiano di epoca barocca che, per
primo, ha utilizzato la fiaba come forma di espressione popolare.
La versione più antica del tradizionale racconto di Cenerentola è quella tratta da “Lo cunto de li cunti”, lo stesso racconto che ispirerà Perrault ed i fratelli Grimm.
Il personaggio principale è la giovane Zezolla, figlia di un principe; ella, plagiata dalla propria istitutrice, decide di uccidere la matrigna, la quale è stata sempre crudele nei suoi confronti.
Successivamente, il padre sposa l’istitutrice e Zezolla, scalzata dalle sei figlie di lei, finisce col lavorare i cucina e disprezzata al punto da essere apostrofata come la “Gatta Cenerentola”.
Il racconto si basa su personaggi negativi.
Zezolla rappresenta una condizione di massimo degrado in quanto si rivela, prima, un’assassina e, poi, si integra in una condizione succuba con l’ingresso delle sorellastre. Lo stesso padre ben presto dimentica la sua presenza a favore delle figliastre e della nuova moglie.
Tra i personaggi l’autore non evidenzia alcun sentimento che porti tra loro ad una condizione di morale e di felicità. La stessa fortuna interviene a favore di un personaggio o di un altro al di fuori, però, dell’etica e del merito.
Il personaggio di Zezolla lo si può definire un perdente che si aggira in un mondo irrazionale dove domina la paura e la crudeltà incondizionate.
Nella narrazione Zezolla è costantemente oggetto di angherie, prima, da parte delle due matrigne e, poi, dalla sfortuna; infatti, ella perde la scarpa che determinerà per lei un’ulteriore prova, nonostante avesse affascinato il re con la sua bellezza.
Finalmente con il matrimonio, Zezolla viene incoronata come regina e le sorellastre rimangono umiliate.
La fiaba, strutturata da queste caratteristiche come la magia e i tanti effetti speciali, rispecchia l’estetica del periodo barocco. Nell’eloquio del re, la scarpetta è assimilata ad una serie di metafore (“le fondamenta della casa”, “candeliere dove è infissa la candela della passione”, …).
È evidente che il re, rapito dalla bellezza della giovane, manifesta con un linguaggio fantastico tutto il criterio affine alla corrente barocca, in linea con la peculiarità della storia.
La versione più antica del tradizionale racconto di Cenerentola è quella tratta da “Lo cunto de li cunti”, lo stesso racconto che ispirerà Perrault ed i fratelli Grimm.
Il personaggio principale è la giovane Zezolla, figlia di un principe; ella, plagiata dalla propria istitutrice, decide di uccidere la matrigna, la quale è stata sempre crudele nei suoi confronti.
Successivamente, il padre sposa l’istitutrice e Zezolla, scalzata dalle sei figlie di lei, finisce col lavorare i cucina e disprezzata al punto da essere apostrofata come la “Gatta Cenerentola”.
Il racconto si basa su personaggi negativi.
Zezolla rappresenta una condizione di massimo degrado in quanto si rivela, prima, un’assassina e, poi, si integra in una condizione succuba con l’ingresso delle sorellastre. Lo stesso padre ben presto dimentica la sua presenza a favore delle figliastre e della nuova moglie.
Tra i personaggi l’autore non evidenzia alcun sentimento che porti tra loro ad una condizione di morale e di felicità. La stessa fortuna interviene a favore di un personaggio o di un altro al di fuori, però, dell’etica e del merito.
Il personaggio di Zezolla lo si può definire un perdente che si aggira in un mondo irrazionale dove domina la paura e la crudeltà incondizionate.
Nella narrazione Zezolla è costantemente oggetto di angherie, prima, da parte delle due matrigne e, poi, dalla sfortuna; infatti, ella perde la scarpa che determinerà per lei un’ulteriore prova, nonostante avesse affascinato il re con la sua bellezza.
Finalmente con il matrimonio, Zezolla viene incoronata come regina e le sorellastre rimangono umiliate.
La fiaba, strutturata da queste caratteristiche come la magia e i tanti effetti speciali, rispecchia l’estetica del periodo barocco. Nell’eloquio del re, la scarpetta è assimilata ad una serie di metafore (“le fondamenta della casa”, “candeliere dove è infissa la candela della passione”, …).
È evidente che il re, rapito dalla bellezza della giovane, manifesta con un linguaggio fantastico tutto il criterio affine alla corrente barocca, in linea con la peculiarità della storia.
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