“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Giambattista
Basile è stato un letterato e scrittore italiano di epoca barocca che, per
primo, ha utilizzato la fiaba come forma di espressione popolare.
La versione più antica del tradizionale racconto di Cenerentola è quella tratta da “Lo cunto de li cunti”, lo stesso racconto che ispirerà Perrault ed i fratelli Grimm.
Il personaggio principale è la giovane Zezolla, figlia di un principe; ella, plagiata dalla propria istitutrice, decide di uccidere la matrigna, la quale è stata sempre crudele nei suoi confronti.
Successivamente, il padre sposa l’istitutrice e Zezolla, scalzata dalle sei figlie di lei, finisce col lavorare i cucina e disprezzata al punto da essere apostrofata come la “Gatta Cenerentola”.
Il racconto si basa su personaggi negativi.
Zezolla rappresenta una condizione di massimo degrado in quanto si rivela, prima, un’assassina e, poi, si integra in una condizione succuba con l’ingresso delle sorellastre. Lo stesso padre ben presto dimentica la sua presenza a favore delle figliastre e della nuova moglie.
Tra i personaggi l’autore non evidenzia alcun sentimento che porti tra loro ad una condizione di morale e di felicità. La stessa fortuna interviene a favore di un personaggio o di un altro al di fuori, però, dell’etica e del merito.
Il personaggio di Zezolla lo si può definire un perdente che si aggira in un mondo irrazionale dove domina la paura e la crudeltà incondizionate.
Nella narrazione Zezolla è costantemente oggetto di angherie, prima, da parte delle due matrigne e, poi, dalla sfortuna; infatti, ella perde la scarpa che determinerà per lei un’ulteriore prova, nonostante avesse affascinato il re con la sua bellezza.
Finalmente con il matrimonio, Zezolla viene incoronata come regina e le sorellastre rimangono umiliate.
La fiaba, strutturata da queste caratteristiche come la magia e i tanti effetti speciali, rispecchia l’estetica del periodo barocco. Nell’eloquio del re, la scarpetta è assimilata ad una serie di metafore (“le fondamenta della casa”, “candeliere dove è infissa la candela della passione”, …).
È evidente che il re, rapito dalla bellezza della giovane, manifesta con un linguaggio fantastico tutto il criterio affine alla corrente barocca, in linea con la peculiarità della storia.
La versione più antica del tradizionale racconto di Cenerentola è quella tratta da “Lo cunto de li cunti”, lo stesso racconto che ispirerà Perrault ed i fratelli Grimm.
Il personaggio principale è la giovane Zezolla, figlia di un principe; ella, plagiata dalla propria istitutrice, decide di uccidere la matrigna, la quale è stata sempre crudele nei suoi confronti.
Successivamente, il padre sposa l’istitutrice e Zezolla, scalzata dalle sei figlie di lei, finisce col lavorare i cucina e disprezzata al punto da essere apostrofata come la “Gatta Cenerentola”.
Il racconto si basa su personaggi negativi.
Zezolla rappresenta una condizione di massimo degrado in quanto si rivela, prima, un’assassina e, poi, si integra in una condizione succuba con l’ingresso delle sorellastre. Lo stesso padre ben presto dimentica la sua presenza a favore delle figliastre e della nuova moglie.
Tra i personaggi l’autore non evidenzia alcun sentimento che porti tra loro ad una condizione di morale e di felicità. La stessa fortuna interviene a favore di un personaggio o di un altro al di fuori, però, dell’etica e del merito.
Il personaggio di Zezolla lo si può definire un perdente che si aggira in un mondo irrazionale dove domina la paura e la crudeltà incondizionate.
Nella narrazione Zezolla è costantemente oggetto di angherie, prima, da parte delle due matrigne e, poi, dalla sfortuna; infatti, ella perde la scarpa che determinerà per lei un’ulteriore prova, nonostante avesse affascinato il re con la sua bellezza.
Finalmente con il matrimonio, Zezolla viene incoronata come regina e le sorellastre rimangono umiliate.
La fiaba, strutturata da queste caratteristiche come la magia e i tanti effetti speciali, rispecchia l’estetica del periodo barocco. Nell’eloquio del re, la scarpetta è assimilata ad una serie di metafore (“le fondamenta della casa”, “candeliere dove è infissa la candela della passione”, …).
È evidente che il re, rapito dalla bellezza della giovane, manifesta con un linguaggio fantastico tutto il criterio affine alla corrente barocca, in linea con la peculiarità della storia.
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