Contesto generale La novella di Cisti il fornaio è la seconda della sesta giornata del Decameron di Boccaccio. In questa giornata, tutte le novelle hanno un tema comune: il modo elegante e intelligente (con arte e garbo) con cui i personaggi riescono a rispondere a situazioni difficili, spesso grazie all’arguzia, alla prontezza di spirito o all’uso sapiente delle parole (i cosiddetti “motti”). La narratrice è Pampinea, una delle sette giovani protagoniste del Decameron, che introduce la novella con una riflessione: a volte la natura e la fortuna premiano persone di umili origini, dotandole di un'anima nobile e virtuosa, proprio come accade a Cisti. Trama in breve Cisti è un fornaio fiorentino, quindi un uomo del popolo, ma di grande eleganza, educazione e intelligenza. Egli possiede un ottimo vino bianco, che desidera offrire a Geri Spina, un nobile fiorentino che ogni giorno passa davanti alla sua bottega insieme agli ambasciatori di papa Bonifacio VIII. Cisti però sa che, ...

“Per quel
giorno che l’amor mio” è il 63esimo sonetto che appartiene alla raccolta “Sonnets”,
costituita da 154 sonetti, elaborato dal drammaturgo e poeta inglese William
Shakespeare.
A differenza degli altri componimenti, l’autore non specifica esplicitamente il destinatario dell’opera.
In questa poesia, il poeta esprime tutta la sua preoccupazione sull’influenza inevitabile del tempo sulla bellezza del suo amore.
Egli immagina che la bellezza del giovane, a livello estetico, purtroppo, svanirà quando diventerà vecchio, “sgualcito e logorato” come Shakespeare. Addirittura, il tempo prosciugherà il sangue del suo amato e solcherà di linee e di rughe il suo bel viso.
Questo sonetto evidenzia il frantumarsi delle immagini dovuto agli effetti del tempo. L’autore, tramite metafore, paragona la bellezza giovanile alla ricchezza, mentre la vecchiaia e la morte alla notte.
L’amore profondo dell’autore per il giovane amante rimane il tema dominante di questo sonetto, in cui esalta la bellezza e la giovinezza del ragazzo.
Shakespeare, nella terza quartina, è amareggiato dal fatto che questo legame profondo rimane sfalsato proprio dalla sostanziale differenza d’età.
Nel distico, Shakespeare chiude il sonetto affermando la necessità di immortalare questa eterea bellezza; infatti, secondo Shakespeare l’unico modo per raggiungere tale scopo è scrivere un componimento nel quale racchiude tutto il suo amore per il giovane.
Esso sarà letto dalle generazioni future e, così, renderà eterno il ricordo dell’amato, sottraendolo all’azione devastatrice del tempo.
A differenza degli altri componimenti, l’autore non specifica esplicitamente il destinatario dell’opera.
In questa poesia, il poeta esprime tutta la sua preoccupazione sull’influenza inevitabile del tempo sulla bellezza del suo amore.
Egli immagina che la bellezza del giovane, a livello estetico, purtroppo, svanirà quando diventerà vecchio, “sgualcito e logorato” come Shakespeare. Addirittura, il tempo prosciugherà il sangue del suo amato e solcherà di linee e di rughe il suo bel viso.
Questo sonetto evidenzia il frantumarsi delle immagini dovuto agli effetti del tempo. L’autore, tramite metafore, paragona la bellezza giovanile alla ricchezza, mentre la vecchiaia e la morte alla notte.
L’amore profondo dell’autore per il giovane amante rimane il tema dominante di questo sonetto, in cui esalta la bellezza e la giovinezza del ragazzo.
Shakespeare, nella terza quartina, è amareggiato dal fatto che questo legame profondo rimane sfalsato proprio dalla sostanziale differenza d’età.
Nel distico, Shakespeare chiude il sonetto affermando la necessità di immortalare questa eterea bellezza; infatti, secondo Shakespeare l’unico modo per raggiungere tale scopo è scrivere un componimento nel quale racchiude tutto il suo amore per il giovane.
Esso sarà letto dalle generazioni future e, così, renderà eterno il ricordo dell’amato, sottraendolo all’azione devastatrice del tempo.
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