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Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

Albert B. Sabin

Albert Bruce Sabin (1906–1993) è stato un medico e virologo polacco naturalizzato americano, ricordato per aver sviluppato il vaccino contro la poliomelite o la cosiddetta "paralisi infantile".
La poliomelite è una una grave malattia infettiva di origine virale provocata dai poliovirus (tipi 1, 2, 3) che sono dei virus Picoma (piccoli virus a RNA), appartenenti al genere Enterovirus.



L'incubazione va da 1 a 3 settimane con manifestazioni diverse come improvvisi attacchi di febbre, malessere, vomito, seguita, dopo 2-3 giorni, dalla paralisi irrimediabile di una parte del corpo, dovuta alla localizzazione del virus a livello dei motoneuroni (corna anteriori del midollo spinale).
L’incidenza delle forme paralitiche nell’infanzia è di 1:1000, cioè su 1000 infetti solo 1 si paralizza. Importanti sono i fattori predisponenti, fra cui, fondamentale, l’età; infatti, se nell’età infantile il rapporto è di 1:1000, negli adulti abbiamo un aumento di 15 volte del rischio di paralisi (1:75 infetti), con forme anche più gravi.
Negli Stati Uniti d'America questa malattia aveva ucciso o paralizzato migliaia di persone.
Il poliovirus può penetrare nell'organismo nei seguenti modi:

     1.Vie d’ingresso: 
  • Orale: contagio di tipo indiretto;
  • Respiratoria: contagio semi-diretto (attraverso l’aria).
    2.Vie di eliminazione (l’eliminazione inizia prima delle manifestazioni paralitiche): 
  • Vie aeree superiori: dura 1-2 settimane;
  • Via fecale (ha durata maggiore): 2-4 settimane ed implica un tipo di contagio indiretto (feci-mani-bocca).

La lotta alla poliomielite non era, comunque, nuova negli ambienti di ricerca medica.
Nel 1934 due studiosi statunitensi, Brodie e Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; quando, però, si procedette alla somministrazione dello stesso, ci furono molte morti.
Questo terribile fallimento ebbe come conseguenza la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio, sebbene ufficiosamente molti laboratori continuassero nelle ricerche.
Il 3 gennaio 1938, con un appello sui quotidiani, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, colpito da una paralisi che, in quel momento, fu diagnosticata come dovuta a poliomielite (anche se tutt'oggi ci sono delle riserve a riguardo), creò la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP).
La NFIP raccoglieva ulteriori fondi per la lotta contro la poliomielite, per accelerare la ricerca di un vaccino e l'aiuto ai malati.
In seguito, l'opera caritatevole della NFIP prese il nome di "marcia delle monetine" (March of Dimes).
Il 20 gennaio di ogni anno (in occasione del compleanno di Roosevelt) tutti i cittadini statunitensi erano invitati a versare dieci centesimi (un "dime", decimo, è la moneta da 10 centesimi di dollaro) per combattere la poliomielite.
La campagna si avvalse di numerose collaborazioni di celebrità di quel tempo.
In questo modo, furono raccolti milioni di dollari e la NFIP poté, così, finanziare ulteriormente le ricerche per un vaccino efficace e sicuro.
Nel 1939 Sabin annunciò alla comunità scientifica la sua prima e importantissima scoperta sulla natura del virus poliomielitico: dimostrò che, contrariamente a quanto creduto fino ad allora, la sede prediletta di tale virus era l'intestino.
Si trattava, quindi, di un virus enterico e non respiratorio, dato fondamentale per la ricerca di un farmaco che lo debellasse.
Nel 1947 a Berlino nell'ospedale militare, Sabin assistette a una terribile epidemia di polio che colpì moltissimi bambini della città.
Tornato negli Stati Uniti d'America, Sabin riprese le sue ricerche: per condurre in modo efficiente gli esperimenti si dota di un colossale laboratorio, con 10.000 scimmie e 160 scimpanzé.
Nel 1949, grazie allo stanziamento di 1.370.000 dollari, la NFIP poté varare uno studio multicentrico in varie università statunitensi (compresa quella di Cincinnati, dove lavorava Sabin), mettendo a disposizione dei laboratori decine di migliaia di scimmie.

Nel frattempo le epidemie di polio nel mondo aumentarono.
In Europa si diffuse in modo capillare la terribile epidemia di Copenaghen (1952), mentre negli USA si verificarono decine di migliaia di casi.
Nel 1953, al Children Hospital di Cincinnati, Sabin, dopo lunghi e faticosi esperimenti su reni di scimmia, aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati.
Il vaccino di Sabin, sviluppato in concorrenza a quello dell'immunologo Hilary Koprowski, consisteva nello stesso virus della poliomielite "attenuato", cioè privato della capacità di provocare la paralisi delle fibre nervose.
L'organismo in cui veniva immesso il virus attenuato, di fronte a questa minaccia, produceva, di conseguenza, gli anticorpi adatti.
Sabin iniziò, allora, a testare il vaccino sull'uomo: prima su se stesso, poi su due suoi collaboratori, dott. Ramos Alvarez (un medico messicano suo assistente) e un tecnico afroamericano che lavorava nel suo laboratorio.
Successivamente, somministrò il vaccino ad una centinaia di giovani carcerati, detenuti delle prigioni federali di Chillichote (Ohio). che si erano offerti volontari.
Questi primi controlli e i successivi ebbero esito positivo; si passò così ai bambini, e le prime furono proprio le due figlie di Sabin, Amy (5 anni) e Deborah (7 anni), chiamate così in ricordo delle nipotine trucidate dalle SS.
Dopo un'ulteriore lunga serie di prove del vaccino, Sabin presentò alla Commissione per l'immunizzazione della NFIP i risultati delle esperienze condotte sulle scimmie e sugli scimpanzé del suo laboratorio, e poi su un totale di 242 persone.
Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei paesi dell'Est, dell'Asia e dell'Europa: il vaccino anti-polio di Sabin fu autorizzato in Italia nel 1963 e reso obbligatorio nel 1966.
Visti i sensazionali risultati furono prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino Sabin "orale monovalente" contro il polio-virus tipo I.
Successivamente, vennero messi in vendita sia il vaccino orale di tipo II (OPV - Oral Polio Vaccine) sia quello trivalente (TOPV), valido contro tutti e tre i tipi di polio-virus.

Attualmente, in Italia, dal 1972 si usa il vaccino Sabin, vaccino trivalente bilanciato in cui i 3 virus poliomielitici sono presenti in diverse quantità: 
  • tipo 1: 1.000.000 dosi;
  • tipo 2: 100.000 dosi;
  • tipo 3: 300.000 dosi.
Le quantità diverse dipendono dall’esigenza di realizzare l’attecchimento di tutti e 3 i tipi. Attualmente, la prima dose del vaccino di Sabin viene somministrata al compimento del 3° mese. La prima dose di trivalente viene data al paziente dopo 45 giorni, la seconda dose di trivalente dopo 6 mesi, la terza dose dello stesso nel terzo anno di vita.
La vaccinazione antipolio deve essere temporaneamente sospesa nei confronti dei soggetti che presentano manifestazioni di malattia acuta febbrile o diarrea (sino alla scomparsa dello stato di controindicazione) o che sono sottoposti a trattamento corticosteroideo, sino al termine del trattamento stesso.
La vaccinazione deve, inoltre, essere distanziata di almeno 4 settimane da un’altra vaccinazione con virus vivo (es. antivaiolosa, antifebbre gialla), interventi chirurgici su rino e orofaringe (tomonsillectomia ecc.).

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