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Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

Schema metrico

La metrica è la disciplina che regola la composizione di una poesia.
Adesso elencheremo gli elementi fondamentali del linguaggio della poesia.

Il verso
Il verso è la riga, l'unità metrica base per la poesia, sia sotto il punto di vista ritmico che puramente visivo.
Tipograficamente è delimitato dalla discesa a capo.
I versi si distinguono in :

·      Bisillabo : verso di due sillabe;
·      Trisillabo: verso di tre sillabe;
·      Quaternario: verso di quattro sillabe;
·      Quinario: verso di cinque sillabe;
·      Senario: verso di sei sillabe;
·      Settenario: verso di sette sillabe;
·      Ottonario: verso di otto sillabe;
·      Novenario : verso di nove sillabe;
·      Decasillabo: verso di dieci sillabe;
·      Endecasillabo : verso di undici sillabe;
·      Dodecasillabo : verso di dodici sillabe.

La strofa
La strofa è la struttura secondo cui sono raggruppati i versi e si distinguono in :

·      dìstico : strofa di due versi;
·      terzina: strofa di tre versi;
·      quartina: strofa di quattro versi;
·      sestina: strofa di sei versi;
·      ottava: strofa di otto versi.
 
La rima
Quando due parole fanno rima significa che esse sono uguali a partire dall’accento tonico.
Esempio: infinìto fa rima con pulìto, ma non con gòmito.
Le rime possono essere:

·      rima baciata (AABB): una rima baciata si realizza quando un verso della composizione è in rima con quello immediatamente successivo
          Es. per adequar col riso i dolor’ tanti.
           Et s’io potesse far ch’agli occhi santi
           porgesse alcun dilecto
          qualche dolce mio detto
           Et s’io potesse far ch’agli occhi santi
           porgesse alcun dilecto
          qualche dolce mio detto.

Lasso me, ch'i' non so in qual parte pieghi, Canzoniere di F.Petrarca

·
      rima alternata (ABAB): una rima alternata si realizza quando tutti i versi del componimento pari sono in rima tra loro e tutti i versi dispari sono in rima tra loro.
 
Es. Né più mai toccherò le sacre sponde 
Ove il mio corpo fanciulletto giacque, 
Zacinto mia, che te specchi nell'onde 
Del greco mar da cui vergine nacque   
Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
Del greco mar da cui vergine nacque     
                                  Zacinto, U. Foscolo

·      rima incrociata (ABBA): una rima incrociata si realizza mettendo in rima il primo verso col quarto ed il secondo verso col terzo.

Es. Nella piazza il vento alzò a volo
Nembi di polvere e foglie morte;
graffiava i vetri,urtava le porte,
sbandierava per l’alto un lenzuolo.
Vento d'Autunno, Diego Valeri

La rimalmezzo
La rimalmezzo è quando una parola fa rima e non è posta alla fine del verso, ma al centro.
Es. le piccole fioraie
che strigliano gaie nelle maglie.

La rima identica
La rima identica è quando a fare rima è una parola che si ripete uguale alla prima.
Es. vedete là nel cielo, in quel piccolo sole
d’inverno, tra le nebbie, un ricordo del sole?
 
Il sonetto
Il sonetto è un componimento poetico composto da quattordici versi endecasillabi raggruppati in due quartine e due terzine; le quartine hanno le rime incrociate mentre le terzine hanno le rime incatenate.
Es. « tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi non l'ardiscan di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi non la prova:
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira. »
Tanto gentile e tanto onesta pare
Dante Alighieri
 
L’ode
L’ode è un componimento lirico nel quale il poeta è libero di scegliere quale verso e quali strofe usare, rimanendo a essi fedele per tutto il componimento. Un esempio di ode è All'amica risanata di Ugo Foscolo.

Le frasi nominali
Le frasi nominali sono prive di verbo; a volte i poeti scelgono questo stile per conferire alle immagini una particolare forza.
Es: Mare amico, nido dei venti,
eterno tumulto di fuoco e di schiuma
rabbiosa, guizzante, balenante
come fulmine su una terra.
 
La parafrasi
Fare la parafrasi significa tradurre la poesia in un linguaggio normale e usuale.
Occorre riordinare le frasi e utilizzare termini consueti, senza tralasciare o aggiungere parti.

 
Figure retoriche di significato
Si riferiscono alle immagini suggerite dalle parole e a i giochi di significato che con esse si possono creare. Esse sono :
  • La consonanza. La consonanza è la ripetizione, a partire dalla vocale accentata, di consonanti identiche e vocali diverse. Es. cancèllo-vàlle.
  • La similitudine. Una delle immagini più semplici ed efficaci del linguaggio poetico è la similitudine, un paragone fra due elementi che vengono messi a confronto e che risultano fra di loro simili per certe caratteristiche. Nelle similitudini le immagini dei due oggetti paragonati sono messi in relazione l’una con l’altra per mezzo di termini ed espressioni comparative (come,simile a , quasi,sembra, ricorda,etc...)
    Es: La neve sulle case come una parrucca bianca …
  • La metafora. La metafora è l’accostamento di due immagini, in modo che una si riferisce all’altra.
    Per semplificare alcuni dicono che una metafora è una similitudine abbreviata: un paragone senza le espressioni come, sembra … tipiche delle similitudini.
    Es: oh estate abbondante
    Carro di mele mature
  • L' ossimoro. L'ossimoro è accostamento di termini contrastanti, di parole con significato opposto.
    Es: Nel fresco fuoco vivo / di voci
    In me giace un ricordo./Esso è gaiezza e sofferenza.
  • La sinestesia. La sinestesia accosta parole in contrasto perché si riferiscono a diverse percezioni sensoriali (vista,udito,tatto,gusto,olfatto).
    Es: un sorriso amaro,una musica dolce, un canto amaro,voci tenebrose.
  • La sinèddoche. La sinèddoche è il trasferimento di significato (come la metafora e la metonimia) che consiste in una estensione o in un restringimento del significato di una parola. Essa indica:
    • la parte per il tutto;
    • il tutto per la parte;
    • il genere per la specie;
    • la specie per il genere;
    • il singolare per il plurale
    • il plurale per il singolare;
    • la materia per l'oggetto.
  • La metonìmia. La metonìmia è un tipo di metafora con cui si sostituisce un termine con un altro che abbia con il primo un rapporto di contiguità. I tipi più comuni di metonimia sono quelli in cui si indica:
  • l'effetto per la causa;
  • la causa per l'effetto;
  • il contenente per il contenuto;
  • l'autore per l'opera;
  • l'astratto per il concreto;
  • il concreto per l'astratto.

Figure di suono
Sfruttano l'aspetto fonico delle parole e sono:
  • L’assonanzaL’assonanza è la ripetizione di vocali identiche e consonanti diverse.
    Es. cuòre-vinizio
  • L'allitterazione. L'assonanza nasce dalla ripetizione di suoni simili all’inizio o all’interno di parole vicine. Es. "…a mezza via come nemico armato …."
  • L' onomatopea. Sono parole speciali che riproducono suoni e rumori della realtà. Le parole onomatopeiche, nella loro sonorità, suggeriscono rumori e ricordano suoni degli oggetti a cui si riferiscono. Es. il cri cri del grillo, il tic tac dell’orologio, il pio pio del pulcino…
  • L’allegoria. L'allegoria, dal greco "parlare di altro", è una figura retorica per la quale si affida a una frase un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole.
  • La personificazione. La personificazione in poesia attribuisce ad animali, oggetti e fenomeni naturali, delle azioni, dei pensieri e dei sentimenti umani.
    Es: “Sai da dove vengo? Guarda lassù.
    Mia madre splende, e la notte è bruna

Figure retoriche di costruzione
Si riferiscono all’ordine delle parole nelle frasi e nella costruzione grammaticale. Esse sono:
  • anafora: la ripetizione di parole in una poesia.
Es. ho pensato a case edificate,
lacrime,riso
Ho pensato a case edificate …
e distrutte
Ho pensato a incontro un addio.
 
  • enjambement: quando una frase non si conclude alla fine del verso, ma prosegue in quello successivo.
Es. la bellezza di quando la pioggia
Batte sul tetto del cascinale, e tu
In pace con l’universo.
  • anastrofe: anticipazione o posticipazione di un elemento della frase rispetto alla struttura sintattica consueta. Es.Cercavano il miglio gli uccelli
  • chiasmo: disposizione incrociata di due espressioni che, sintatticamente e semanticamente, sono paralleli.
Es. Pace non trovo e non ho da far guerra
  • ellissi: eliminazione dalla frase di alcuni elementi sintattici che possono facilmente essere ricavati dal contesto. 


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