“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Georges Braque (Argenteuil, 13 maggio 1882 – Parigi, 31 agosto 1963) è stato un pittore e scultore francese, che assieme a Pablo Picasso è stato l'iniziatore del cubismo. Dopo aver trascorso l’infanzia e la giovinezza a Le Havre, Braque si trasferì a Parigi, dove fu apprendista presso un maestro decoratore ed ottenne l'abilitazione nel 1901.
Dopo essersi formato all'École des Beaux-Arts di Parigi e subendo l'influenza dell'opera di Henri Matisse, cominciò a dipingere alla maniera dei Fauves, ricorrendo all'uso di colori brillanti e sfruttando la libertà della composizione: fanno parte di questo periodo opere quali Paysage à l'Estaque (1906).
Il 1907 fu un anno determinante nella formazione dell'artista che visitò la retrospettiva su Paul Cézanne presentata in occasione del “Salon d'automne”, venne in contatto con Picasso, il quale era impegnato nella realizzazione di Les demoiselles d'Avignon e cominciò a nutrire un considerevole interesse per l'arte primitiva.
Ricorrendo a volumi geometrici e riducendo la tavolozza alle tonalità del verde e del bruno, Braque cercò di dare forma e di costruire lo spazio esistente tra i volumi della composizione senza l'ausilio di artifici quali la prospettiva e il chiaroscuro.
In Grand Nu (1908), per esempio, egli costruisce l'anatomia con ampie e brevi pennellate che suggeriscono i volumi chiusi in una spessa e nera linea di contorno.
Tra il 1909 e il 1914 i progressi nell'arte plastica di Braque e Picasso furono favoriti da una proficua amicizia. Da questo stimolante connubio nacque una nuova visione dello spazio pittorico, che presenta oggetti smembrati e sfaccettature creati dallo spezzettarsi dei piani: è la fase del cosiddetto “Cubismo analitico”.
Nello sforzo di rappresentare volumi sempre più complessi per renderli in ogni loro sfaccettatura, le tele di Braque divennero pressoché indecifrabili, a dispetto dell'astrazione che tanto aveva ricusato. Per questo motivo, nell'autunno del 1911, egli introdusse nei suoi quadri segni riconoscibili quali lettere e cifre stampate (Le Portugais, 1911) e, l'anno seguente, sperimentò la tecnica del collage che gli consentì di creare una sintesi di elementi diversi per descrivere con chiarezza un oggetto attraverso la dissociazione di forme e colori.
Nello specifico si tratta di “papier collés” (carta incollata), ossia l’utilizzo di ritagli di stoffa, di giornali, etichette di bottiglie, carta da parati e altri materiali da incollarli sulla tela e, poi, modificati con un intervento pittorico.
Un esempio è il dipinto Chitarra e programma. Statue d’epouvante realizzata nel 1913 in cui Braque utilizza come soggetto una natura morta, reinterpretandola, però, in chiave moderna.
Nell’ opera, appartenente al “Cubismo sintetico”, si distingue un tavolo ovale sul quale vi sono degli oggetti, scomposti in modo cubista, appartenenti ad un musicista: una chitarra, alcuni spartiti, dei fogli, una locandina e il programma di un concerto.
Sotto la chitarra si legge la scritta “concert” (concerto). In basso, invece, si intravede la prima pagina dello spartito con il titolo del brano.
Nell’opera sono stati incollati anche pezzi di carta da parati ad imitazione delle venature del legno (linoleum); in questo modo Braque vuole evocare la sensazione del legno del tavolo e della chitarra senza dipingerlo.
Le forme sono semplici e quasi si potrebbero dire semplificate o stilizzate; l’opera trova la perfezione nella sua semplicità perché l’artista ha trovato il modo di far intuire la chitarra anche se essa effettivamente non è completamente rappresentata.
La costruzione geometrica deriva da un’ellisse i cui fuochi sono interni alla chitarra e dalle varie linee squadrate dei fogli. All’ interno dell’opera sono anche presenti varie scritte di cui due volutamente dipinte dall’ autore.
I colori sono prevalentemente spenti: partono dal nero per arrivare alle varie tonalità (sia chiare che scure) di grigi fino al marrone, al bianco “sporco” di ocra gialla, color carta.
La proficua collaborazione tra Braque e Picasso si interruppe nel 1914, quando Braque fu chiamato alle armi. Dopo la Prima Guerra Mondiale, durante la quale rimase ferito, lavorò autonomamente e sviluppò uno stile più personale, caratterizzato da colori vivaci e superfici a trama e dalla ricomparsa della figura umana.
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