Passa ai contenuti principali

Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

Tema sui cambiamenti e sulla circolazione delle idee nel Settecento


Nell’Europa del Seicento la rivoluzione scientifica consentì un grande sviluppo delle conoscenze umane che nel Settecento determinò, successivamente, la nascita di un movimento di idee: l’Illuminismo.

L’illuminismo e la rivoluzione scientifica determinarono, poi, la base del moderno progresso civile, economico e sociale.

Questo processo iniziò con il padre del Razionalismo Galileo Galilei, il quale elaborò il metodo scientifico basato sulla verifica sperimentale delle ipotesi fatte dallo scienziato.
Galileo rappresenta lo studioso che riconduce i fenomeni naturali a una serie di dati quantificabili, al fine di elaborare le leggi che li regolano. La mentalità razionale nata dalla rivoluzione scientifica ha avuto riflessi importantissimi anche sugli studi relativi al comportamento dell’uomo ed alle sue idee.
Questo nuovo aspetto ha condotto l’uomo ad accrescere la sua fiducia nel potere della ragione, elemento che caratterizzerà l’Illuminismo.

Questa corrente letteraria si impegnò particolarmente nella divulgazione, nell’applicazione tecnica e nella discussione delle varie ipotesi sperimentali, elaborate nel secolo precedente.
La competenza tecnica preminente nel Settecento ha come obiettivo informare il mondo e creare le condizioni per una convivenza fra gli uomini più giusta e più equa.

Tutto ciò è ritenuto possibile solo se questa competenza tecnica, intesa come sapere, scaturisce da un ristretto numero di intellettuali, per, poi, essere portata all’attenzione dei propri concittadini.
Questo compito è svolto dal filosofo che diventa divulgatore di argomenti di economia, di politica e di religione.

Quest’obiettivo si ottiene con la diffusione di libri e periodici, imponendo così un’editoria di consumo, con libri di piccolo formato, maneggevoli e dai costi contenuti.
Pietro Verri, infatti, nella Presentazione in "Il Caffè" espone i criteri ed i requisiti per realizzare un “foglio di stampa”.

Il periodico deve essere pubblicato ogni 10 giorni e il contenuto si articola su fatti inediti, diversi, scritti da vari autori con uno stile che “non deve annoiare” e comprensibile da coloro che lo leggeranno.
È evidente che se un numero elevato di persone decide di leggerlo, l’attività diventerà sempre più fiorente e durerà nel tempo.

A tal proposito, Cesare Beccaria in De’ fogli periodici precisa che la massa generalmente considera un libro come un intruso che, leggendolo, può cambiare le certezze che ognuno possiede.
Visto, però, che l’uomo è coinvolto nell’abitudine dei comportamenti, un libro può essere, addirittura, ingombrante. Per questo motivo, la massa accoglie con buon grado “il foglio”, ritenendolo un “amico” che può suggerire un consiglio ben accetto.
Esso è più pratico e può istruire più velocemente un numero maggiore di persone; inoltre, il periodico deve essere scritto e curato da filosofi o altri studiosi dei vari campi della cultura tutte le volte che intendono promuoverlo giacché, a loro, sta a cuore la formazione e il miglioramento della specie umana.

Gli incontri tra gli intellettuali e i loro concittadini avvengono nei caffè, nei club esclusivi e nei salotti borghesi, dove la padrona di casa, introdotta già nell’ambiente, lo mette a disposizione per parlare liberamente di filosofia, economia, politica e temi di società.
L’evoluzione e la diffusione del sapere ha portato ad una maggiore consapevolezza da parte della massa; per cui, è stato necessario regolamentare i comportamenti di ognuno nell’ambito del territorio di appartenenza.

Tra le tante innovazioni vi è, infatti, la riorganizzazione del diritto.
Questo obiettivo si raggiunge egregiamente con l’opera, nota in tutto il mondo, Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria.
Essa analizza la gravità dei delitti a cui devono corrispondere delle pene giuste, esaminate con umanità, alla luce della personalità dei colpevoli e della loro esistenza. In questo modo, Beccaria pone al centro del suo libro la prevenzione e la rieducazione del reo.

La riorganizzazione che, in questo periodo, si applica in moltissimi campi, coinvolge anche la storia.
Essa non è più, secondo la prospettiva tradizionale delineata dall’intellettuale Ludovico Antonio Muratori, una raccolta erudita e antiquaria di eventi passati, ma, come afferma Giambattista Vico, una serie di eventi inquadrati in strutture concettuali che documentino il divenire della civiltà sulla base della stessa evoluzione dell’uomo.
In forza della collaborazione con altre nuove discipline come la psicologia, la geografia, l’antropologia e la linguistica, la storia diventa un ampio campo di indagine.

Questi cambiamenti adottati incidono profondamente fino a modificare radicalmente l’intera società e, soprattutto, la mentalità dell’uomo e dei suoi simili.
La globalità dei numerosi cambiamenti apportati dall’Illuminismo è di portata epocale che solo quanto afferma Immanuel Kant, nella Risposta alla domanda: Che cos’è l’Illuminismo, può chiarire l’importanza di questo periodo: “Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Analisi del testo. Tre cose solamente mi so 'n grado di Cecco Angiolieri

Testo Tre cose solamente mi so 'n grado, le quali posso non ben men fornire: ciò è la donna, la taverna e 'l dado; queste mi fanno 'l cuor lieto sentire. Ma sì me le conven usar di rado, ché la mie borsa mi mett'al mentire; e quando mi sovvien, tutto mi sbrado, ch'i' perdo per moneta 'l mie disire. E dico: – Dato li sia d'una lancia! – Ciò a mi' padre, che mi tien sì magro, che tornare' senza logro di Francia. Trarl'un denai' di man serìa più agro, la man di pasqua che si dà la mancia, che far pigliar la gru ad un bozzagro. Parafrasi Solamente tre cose mi piacciono delle quali, però, non posso disporre: cioè la donna, l'osteria e il gioco d'azzardo; queste cose rendono allegro il mio cuore. Purtroppo, posso permettermele di rado perché la mia borsa non mi consente di realizzare tutti i miei desideri; quando mi rendo conto di ciò, mi metto a sbraitare poiché per mancanza di denaro perdo il mio desiderio. Perciò, dico a me stesso ch

Wars and social revolt in 14th century

Agincourt battle In 1337, war between England and France broke out when Edward III claimed the vacant throne of France. One of the most famous victories in English history was achieved by Henry V at Agincourt. The conflict was interrupted by other tragic events such as the Bubonic plague or Black Death. Under Henry VI's reign, the French obtained spectacular victories thanks to Joan of Arc. In the end, the English kings had lost all their continental possessions. Opposition to the Church developed in the second half of the 14th century under the leadership of John Wycliffe, a member of Oxford University who attacked the supremacy of the Pope. From 1454 to 1485 there was a civil war between the two noble houses of York and Lancaster. It was called the War of the Roses because symbols of Lancaster and York families were respectively red rose and white rose. The war was won by Henry Tudor of the Lancastrian dynasty, and he became Henry VII of England.

Comparison between Joyce's "Ulysses" and Woolf's "Mrs Dalloway"

James Joyce (1882-1941) and Virginia Woolf (1882-1941) belonged to the first generation of Modernists and it’s possible to make a comparison between their literary production analyzing their masterpieces: Ulysses and Mrs Dalloway . Ulysses Ulysses is one of the greatest examples of reworking of myth in Modernist literature. Joyce uses the epic model to stress the lack of heroism, ideals, love and trust in the modern world. The plot utterly takes place in Dublin in a single day which involves the life of three characters: Leopold Bloom, an advertising agent, Sthephen Dedalus, a sensitive young man with literary ambitions, and Molly Bloom, Leopold’s wife. Leopold Bloom, compared to Homer’s Ulysses, makes common actions: he wanders throughout the day in the streets of Dublin making errands, stopping at the advertising office and joining a funeral. He is distressed with two deep emotional burdens: the unsolved grief over his baby son’s death and the crumbling relationship with his unfa

The Ballad of Lord Randal

Text "O where ha you been, Lord Randal, my son? And where ha you been, my handsome young man?” I ha been at the greenwood; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “An wha met ye there, Lord Randal, my son? An wha met you there, my handsome young man?” “O I met wi my true-love; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “And what did she give you, Lord Randal, my son? And what did she give you, my handsome young man?” “Eels fried in a pan; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “An wha gat your leavins, Lord Randal my son? And wha gat your leavins, my handsome young man?” “ My hawks and my hounds; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “And what becam of them, Lord Randal my son? And what becam of them, my handsome young man?” “ They stretched their legs out and died; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie

Giovanni Pascoli: Lavandare

Testo Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese, quando partisti, come son rimasta, come l’aratro in mezzo alla maggese. Analisi e commento Lavandare è un madrigale, ossia un componimento metrico breve a sfondo pastorale, scritto da Giovanni Pascoli ed appartenente alla raccolta Myricae . In questa raccolta l'autore parla della natura che ci circonda, la campagna e gli oggetti quotidiani, osservandoli con lo stupore e la meraviglia di un bambino. Essa incorpora componimenti brevi e lineari che illustrano quadretti di vita campestre che, circondandosi di un alone di mistero, evocano l'idea della morte. Questa caratteristica è presente in Lavandare , nella quale emergono i temi ricorrenti nelle poesie di Pascoli: l'abbandono e la solitudine. Il

Analisi del testo. La vita fugge, et non s'arresta una hora di Francesco Petrarca

Testo La vita fugge, et non s'arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora, or quinci or quindi, sí che 'n veritate, se non ch'i' ò di me stesso pietate, i' sarei già di questi penser' fòra. Tornami avanti, s'alcun dolce mai ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti. Parafrasi La vita fugge e non si ferma nemmeno un'ora, e la morte arriva a marce forzate, e, pertanto, tormenta sia il presente che il passato ed anche il futuro; la mia anima è angosciata sia nel ricordo del passato che nell'attesa del futuro, per cui se ad impedirmelo non fosse la pietà che avverto per la mia anima, avrei posto fine alla mia esistenza. A consolarmi è il ricordo di qu

I contributi a livello di poesia di Francesco Petrarca e Dante Alighieri a confronto

  Francesco Petrarca: confronto con Dante Alighieri e i suoi importanti contributi alla nascita della poesia ed allo sviluppo ed alla diffusione della letteratura italiana in Europa   Francesco Petrarca e Dante Alighieri sono considerati insieme a Giovanni Boccaccio i padri fondatori della letteratura italiana ed è proprio in base alle tematiche ed ai canoni stilistici adottati dai tre poeti che si è sviluppata la stessa poesia. Le opere celebri dei due poeti sono degli esempi: la “Commedia” ( o “Divina Commedia” come l’ha rinomata Boccaccio in una delle sue “Letture della Commedia” ) rimane nella letteratura italiana un’opera inimitabile mentre il Canzoniere  è considerata l’opera più imitata tanto che dal Trecento fino ai primi anni del Novecento molti poeti si avvalgono di parecchi “petrarchismi”. La prima differenza che si può notare tra i due intellettuali è l’attenzione rivolta al mondo classico: Dante, uomo del Medioevo, non avverte alcun distacco tra il mondo di valori