Giovanni Fattori (Livorno, 6 settembre 1825 – Firenze, 30 agosto 1908) è considerato il maggior esponente dei Macchiaioli. Egli partecipò alle battaglie risorgimentali e tra il 1859 e il 1862 realizzò il suo primo quadro di soggetto risorgimentale Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta. Fattori, entrando in contatto con i
Macchiaioli, semplificò la sua pittura per giungere a quell'effetto di macchia
che caratterizza il suddetto gruppo di artisti.
I suoi primi quadri presentano soggetti storici nella più pura tradizione romantica. Essi sono trattati senza nessuna
concessione eroica o aulica, presentando in maniera impietosa la realtà cruda
di uno scontro militare: quello dei tanti uomini che restano feriti e che
vengono raccolti da un carro guidato da monache.
Nei suoi dipinti ricorrono i
soggetti militari (battaglie o soldati) e il paesaggio, in particolare la
maremma toscana.
Uno dei quadri più importanti della sua produzione pittorica è In vedetta o Il muro bianco, un olio su tela realizzato nel 1872 e conservato a Valdagno, appartenente alla collezione Marzotto.
Il pittore dipinge tre soldati a cavalli in uno spazio vuoto riempito da un muro bianco visto in prospettiva trasversale.
A destra del dipinto un ampio muro bianco riflette la luce del sole. Un soldato a cavallo è fermo verso destra e osserva oltre il bordo dell'opera. La sua figura intercetta i raggi e proietta un' (unica) ombra netta contro la luce riflessa sull'intonaco bianco.
Ai piedi del muro il terreno è arido e tra la terra bianca ed il muro si notano chiaramente i cumuli di sterco del cavallo.
La luce impietosa ed il caldo non permettono la crescita della vegetazione.
Alla fine del muro stazionano altri due soldati. I cavalli hanno colori diversi e opposti, uno bianco ed uno nero.
Le tre sentinelle sono di vedetta e stanno controllando il territorio. A sinistra si sviluppa una strada sterrata la cui carreggiata è indicata dalle tracce dei carri.
La pianura si conclude in una linea di orizzonte bassa. Il cielo è terso e sgombro da nubi.
Come altri Macchiaioli anarchici e repubblicani, Giovanni Fattori fu un sostenitore delle Guerre d’Indipendenza. La sua visione realista della pittura lo portò a considerare come soggetti della stessa realtà soldati e contadini poiché gli uomini che indossavano la divisa erano anche lavoratori della terra in periodo di pace.
Nei dipinti di Fattori, quindi, la figura del soldato è sempre accompagnata da quella del contadino e, in generale, l'uomo si armonizza nel contesto naturale.
L’artista intende mostrare nei suoi dipinti anche la realtà sociale durante la Guerra d’Indipendenza Italiana.
Il quadro è capace di trasmettere all'osservatore la sensazione di uno spazio ampio ed illimitato e del rallentamento del tempo, il quale preannuncia la dimensione onirica della pittura Metafisica.
La tecnica è tipica dei Macchiaioli portata all'estremità cromatica: il bianco ed il nero con pochi toni intermedi.
Le figure si determinano attraverso contrasti di luminosità e di colore che racchiudono forme omogenee. I cavalli e i cavalieri sono dipinti con un uso più evidente della macchia utilizzata, però, con un fine volumetrico.Questa semplificazione cromatica accentua la luminosità della scena dandole un carattere realistico.
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