“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi
Laika (in russo Piccolo abbaiatore) è uno dei tanti nomi usati per identificare il cane femmina che il 3 novembre 1957 fu imbarcata a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2.
Il suo vero nome era Kudrjavka (ricciolina), anche se in ambito anglosassone viene spesso chiamata Muttnik (da mutt che, in inglese, significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik).
La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e non prevedeva il rientro, definendo, così, fin dall'inizio della missione, la sorte di Laika. La capsula era, inoltre, attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza respiratoria.
Secondo alcune fonti, Laika morì poche ore dopo l'entrata in orbita mentre altre fonti, screditate successivamente, stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (impossibile perché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni).
La versione ufficiale dell'epoca data dal governo sovietico è che Laika sopravvisse per oltre quattro giorni.
I risultati di nuove ricerche compiute dallo scienziato russo Dmitrij Malashenkov, tuttavia, furono resi noti nell'ottobre 2002; essi rivelarono che Laika sopravvisse unicamente per un periodo compreso tra le 5 e le 7 ore dopo il decollo a causa degli sbalzi di temperatura caldo – freddo.
Per quanto riguarda la vera e propria causa di morte dell'animale, furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro.
Secondo una prima versione resa ufficiale, l'animale sarebbe morto a causa degli sbalzi termici a bordo della navicella, mentre secondo una versione più recente la causa di morte fu data da asfissia a causa di un guasto all'impianto di aerazione.
Pianificazione della missione
Realizzazione Sputnik 1 |
Dopo il successo dello Sputnik 1, sarebbero subito seguiti degli altri e si ritenne indispensabile lanciare a breve termine anche degli esseri umani nello spazio.
In quel momento, infatti, si stavano progettando due satelliti dello stesso tipo di Sputnik 1, ma non vennero completati entro il 7 novembre 1957 (40° anniversario della Rivoluzione d'ottobre), data che prevedeva il lancio di uno di questi con un essere vivente a bordo.
Si decise, pertanto, di avviare la costruzione di un quarto satellite meno sofisticato che, secondo i piani, sarebbe stato pronto e lanciato entro quella data.
Per quanto riguarda la scelta di Laika, invece, ben poco fu reso noto; infatti, tutt'oggi non si conoscono le motivazioni che abbiano spinto alla decisione di utilizzare un cane come primo passeggero a bordo di un satellite.
Secondo la versione ufficiale la cagnetta Laika era un cane meticcio (metà Husky e metà Terrier), randagio di circa 3 anni, trovato a Mosca.
Per quanto, invece, riguarda il metodo di selezione e i criteri con i quali si sia deciso di utilizzare proprio lei, non si ebbe mai nessuna dichiarazione ufficiale.
Preparazione alla missione
Sia l'URSS che gli USA non avevano all'epoca alcuna esperienza nell'inviare esseri viventi nello spazio ed ancor meno sapevano se il corpo di questi potesse sopravvivere per lunghi periodi in situazioni di assenza di gravità.
È stato necessario raccogliere informazioni al riguardo del comportamento del corpo nello spazio prima di poter passare al lancio di navicelle con equipaggi umani a bordo.
Per le missioni Sputnik si selezionarono in tutto tre cani che, in seguito, furono sottoposte ad un allenamento intensivo:
- Albina: fu la prima ad assolvere un volo suborbitale e sarebbe stata usata in caso di necessità come sostituta di Laika;
- Muschka: venne usata per testare i sistemi vitali della capsula;
- Laika.
Durante la fase di addestramento gli animali venivano abituati a spazi angusti e rimanevano anche per 20 giorni consecutivi in gabbie strettissime.
Questo allenamento fece soffrire notevolmente gli animali soffrissero sotto un punto di vista psicologico e fisiologico, tanto che Laika iniziò a divenire sempre più irrequieta e, per un certo periodo, l'addestramento fu sospeso.
In una seconda fase gli animali vennero sottoposti a simulazioni di lancio in centrifughe, all'interno delle quali si riproducevano le vibrazioni ed i rumori che caratterizzavano il lancio.
Secondo una versione non ufficiale, Laika sarebbe già stata messa a bordo del satellite tre giorni prima del lancio.
Durante questo periodo l'animale sarebbe stato accudito da due tecnici che avrebbero garantito per il suo benessere.
Conoscendo le basse temperature della stagione, la capsula sarebbe stata collegata ad un impianto di riscaldamento, che avrebbe mantenuto una temperatura costante all'interno della capsula.
Infine, prima del lancio, alcuni elettrodi sarebbero stati fissati sul corpo dell'animale per trasmettere alla centrale di controllo i segnali vitali (polso, pressione e respirazione).
La capsula pesava 18 kg + 6kg di peso dell'animale.
La capsula pesava 18 kg + 6kg di peso dell'animale.
L'interno del satellite era foderato e lo spazio interno era sufficientemente ampio da permettere a Laika di stare sdraiata o in piedi. La temperatura interna era regolata sui 15 °C ed un sistema di refrigeramento doveva proteggere l'animale da sbalzi termici eccessivi.
A bordo si trovavano cibo ed acqua preparati sotto forma di gel.
Il lancio e la reazione da parte dell'opinione pubblica
Il 3 novembre 1957 alle 2:30 venne lanciato dal Cosmodromo di Bajkonur il razzo con a bordo Laika.
Il lancio e la reazione da parte dell'opinione pubblica
Il 3 novembre 1957 alle 2:30 venne lanciato dal Cosmodromo di Bajkonur il razzo con a bordo Laika.
Secondo i dati telemetrici inviati dal satellite si rivelò un polso notevolmente accelerato e si dovette aspettare che la forza di gravità iniziasse a ridursi per notare una diminuzione della frequenza cardiaca. Secondo quanto rivelato da fonti ufficiali, si ricevette per circa sette ore un segnale prima di non captare più nessun segnale di vita dalla capsula.
Il cane fece in tempo a compiere 9 orbite intorno alla Terra quando la temperatura della cabina iniziò a scaldarsi, raggiungendo i 40° per via della scarsa copertura della navicella.
Il cane fece in tempo a compiere 9 orbite intorno alla Terra quando la temperatura della cabina iniziò a scaldarsi, raggiungendo i 40° per via della scarsa copertura della navicella.
Tale temperatura proibitiva portò il cagnolino alla morte per disidratazione.
Ufficialmente Laika morì a causa del cibo avvelenato messo nella navicella per evitarle una morte dolorosa durante il rientro. La realtà dei fatti però è molto più crudele: il 14 aprile del 58 il corpicino di Laika fu trovato carbonizzato all’interno della capsula recuperata al largo delle Antille.
Se da tale punto di vista il destino della missione era segnato già al momento del lancio, essa rappresentò però un successo dal punto di vista tecnico, considerando sia le scarse conoscenze tecniche dell'epoca che il poco tempo messo a disposizione ai progettisti per la costruzione della capsula.
Ufficialmente Laika morì a causa del cibo avvelenato messo nella navicella per evitarle una morte dolorosa durante il rientro. La realtà dei fatti però è molto più crudele: il 14 aprile del 58 il corpicino di Laika fu trovato carbonizzato all’interno della capsula recuperata al largo delle Antille.
Se da tale punto di vista il destino della missione era segnato già al momento del lancio, essa rappresentò però un successo dal punto di vista tecnico, considerando sia le scarse conoscenze tecniche dell'epoca che il poco tempo messo a disposizione ai progettisti per la costruzione della capsula.
Dopo Laika, altri cani furono lanciati nello spazio a bordo di satelliti: il 20 agosto 1960 le cagne Belka e Strelka furono le prime a rientrare sane e salve a terra da una missione spaziale a bordo del satellite Sputnik 5.
Il lancio di Laika nello spazio fu un evento shock in Occidente e, per mezzo di esso,
Il lancio di Laika nello spazio fu un evento shock in Occidente e, per mezzo di esso,
l'Unione Sovietica aveva dimostrato di essere in notevole vantaggio sulla costruzione di satelliti e dei vettori, che vantavano capacità di carico maggiori ed anche gittate maggiori. Questo evento aveva dimostrato all'Occidente che l'Unione Sovietica disponeva sia dei mezzi sia delle tecnologie necessarie per poter portare in orbita testate nucleari, e di poter colpire, indipendentemente dalla portata dei suoi bombardieri, ogni paese sul globo, utilizzando uno dei suoi vettori.
La morte di Laika fu, però, oggetto di una serie di azioni di protesta nei confronti di ambasciate sovietiche in tutto il mondo, portando in primo piano la discussione sull'utilizzo di animali per scopi scientifici.
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