Passa ai contenuti principali

Dubliners by J.Joyce (riferimento a 'Eveline' e 'The dead')

“Dubliners” is a collection of fifteen short stories written by James Joyce in which the author analyses the failure of self-realisation of inhabitants of Dublin in biographical and in psychological ways. The novel was originally turned down by publishers because they considered it immoral for its portrait of the Irish city. Joyce treats in “Dubliners” the paralysis of will in four stages: childhood, youth, maturity and public life. The paralysis of will is the courage and self-knowledge that leads ordinary men and women to accept the limitations imposed by the social context they live in. In “Dubliners” the style is both realistic - to the degree of perfectly recreating characters and idioms of contemporary Dublin - and symbolic – giving the common object unforeseen depth and a new meaning in order to show a new view of reality. Joyce defines this effect “epiphany” which indicates that moment when a simple fact suddenly explodes with meaning and makes a person realise his / her condi

Il dissidio interiore nelle opere di Francesco Petrarca

Laura e il poeta

L’elemento principale della poetica di Petrarca è il dissidio interiore che nasce dalla sua esigenza primaria di volersi elevare a Dio, allontanandosi dai desideri della sua esistenza terrena.

Questo stato d’animo lacerante scaturisce da due momenti particolari che caratterizzano la vita del poeta: la carriera ecclesiastica che decide di intraprendere nel 1326 e il suo incontro con Laura in una chiesa ad Avignone.

Il dissidio interiore percorre tutte le sue opere dando vita, così, ad una nuova concezione del mondo in cui la religione non è più l’unico interesse dell’uomo, ma se ne affermano altri come la gloria, l’amore e, soprattutto, lo studio approfondito per gli antichi poeti (latini).

Il poeta, dunque, soffre di un costante senso di colpa ed è indeciso sulla scelta da compiere tra amore terreno e amore divino; è consapevole di vivere da peccatore, ma ugualmente non riesce a resistere alle lusinghe terrene, come affermerà alla sua guida spirituale Sant’Agostino di Ippona in “Secretum”.

Nel Canzoniere Petrarca utilizza Laura per dare, a livello poetico, concretezza a questa sua lacerazione.

Egli la pone al centro dei suoi pensieri più intimi esaltandone la bellezza fisica e spirituale.

Quest’ultime due realtà presenti in Laura permangono, comunque, antitetiche e provocano inevitabilmente nell’animo del poeta indecisione, inquietudine e senso di colpa.

La figura di Laura, della quale il poeta è perdutamente innamorato, assume solo un valore simbolico; infatti, la descrive attraverso dei particolari come “capei d’oro” o “begli occhi” dai quali non è possibile ricavare un’immagine concreta della donna.

Lo stesso accade nella descrizione degli spazi che mutano con i sentimenti del poeta; infatti, gli incontri con Laura si svolgono sempre in tipici paesaggi idillici e tipici della tradizione.

Pur adottando i canoni linguistici e strutturali dello Stil Novo, l’immagine che Petrarca trasmette al lettore della donna è prettamente sensuale e, di conseguenza, fonte di peccato.

Francesco Petrarca rimane, comunque, l’emblema della società in cui vive in quanto presenta le stesse inquietudini e le stesse difficoltà nel trovare una stabilità alla quale aggrapparsi.

L’opera in cui si analizza dettagliatamente tutta la sua difficoltà di vivere è Secretum, il cui titolo più appropriato, tradotto in italiano corrente, è “Il conflitto segreto delle mie angosce”.

Da questa opera, però, si ha solo uno spietato esame di coscienza condotto insieme alla sua guida spirituale sant’Agostino, ossia un’ulteriore conferma dell’impossibilità di diventare un “uomo nuovo”, capace di abbandonare le cose terrene (gloria, successo, amore), considerate dalla sua guida caduche, effimere, per tendere verso le cose eterne che portano l’uomo a raggiungere l’eterna beatitudine.

Il testo si compone di tre libri che descrivono le tre giornate in cui Petrarca immagina di sostenere un dialogo con il filosofo sant’Agostino di Ippona, considerato la sua guida spirituale.

Sant’Agostino è, in realtà, la proiezione della sua coscienza che analizza la realtà peccatrice in cui vive: egli parte da un’analisi spietata e smonta, pian piano, tutti gli alibi morali dietro ai quali il Petrarca-peccatore si nasconde.

La conclusione è deludente giacché è disposto a perseguire quanto propone la sua guida ma non è abbastanza coerente per allontanare quanto di terreno lo coinvolge.

Questo dissidio interiore si può spiegare grazie al fatto che Petrarca, nascendo nel 1304, vive in un periodo di transizione tra il Medioevo e l’Umanesimo, durante il quale ai tipici valori religiosi dell’ “età buia” comincia ad accostarsi una visione più individualista e terrena del mondo che si affermerà definitivamente nel Quattrocento.

Tale dissidio raggiunge il culmine quando il fratello Gherardo prende gli ordini monastici e diventa frate certosino.

Nella lettera L’ascesa al Monte Ventoso Petrarca esalta la sicurezza del fratello nell’intraprendere il cammino che conduce a Dio, mentre biasima se stesso che al sentiero tortuoso cerca invano una strada più agevole.

Petrarca rimane, tuttavia, per i suoi tempi un grande innovatore della cultura medievale - tradizionale.

Egli presenta un temperamento ed una coscienza di intellettuale che per molti aspetti richiama la condizione psicologica di autori del nostro tempo.

Petrarca, pur non riuscendo a trovare un punto di riferimento definitivo, in realtà, ha avuto il grande merito di intuire che una vera cultura non può prescindere dal progresso scientifico; inoltre, sapendo che niente è definito e perfetto, si deve dare la possibilità all’uomo di istruirsi liberamente, senza essere succube di dogmi di natura filosofica o religiosa, poiché la conoscenza è in continua evoluzione.

Commenti

Post popolari in questo blog

Analisi del testo. Tre cose solamente mi so 'n grado di Cecco Angiolieri

Testo Tre cose solamente mi so 'n grado, le quali posso non ben men fornire: ciò è la donna, la taverna e 'l dado; queste mi fanno 'l cuor lieto sentire. Ma sì me le conven usar di rado, ché la mie borsa mi mett'al mentire; e quando mi sovvien, tutto mi sbrado, ch'i' perdo per moneta 'l mie disire. E dico: – Dato li sia d'una lancia! – Ciò a mi' padre, che mi tien sì magro, che tornare' senza logro di Francia. Trarl'un denai' di man serìa più agro, la man di pasqua che si dà la mancia, che far pigliar la gru ad un bozzagro. Parafrasi Solamente tre cose mi piacciono delle quali, però, non posso disporre: cioè la donna, l'osteria e il gioco d'azzardo; queste cose rendono allegro il mio cuore. Purtroppo, posso permettermele di rado perché la mia borsa non mi consente di realizzare tutti i miei desideri; quando mi rendo conto di ciò, mi metto a sbraitare poiché per mancanza di denaro perdo il mio desiderio. Perciò, dico a me stesso ch

Wars and social revolt in 14th century

Agincourt battle In 1337, war between England and France broke out when Edward III claimed the vacant throne of France. One of the most famous victories in English history was achieved by Henry V at Agincourt. The conflict was interrupted by other tragic events such as the Bubonic plague or Black Death. Under Henry VI's reign, the French obtained spectacular victories thanks to Joan of Arc. In the end, the English kings had lost all their continental possessions. Opposition to the Church developed in the second half of the 14th century under the leadership of John Wycliffe, a member of Oxford University who attacked the supremacy of the Pope. From 1454 to 1485 there was a civil war between the two noble houses of York and Lancaster. It was called the War of the Roses because symbols of Lancaster and York families were respectively red rose and white rose. The war was won by Henry Tudor of the Lancastrian dynasty, and he became Henry VII of England.

Comparison between Joyce's "Ulysses" and Woolf's "Mrs Dalloway"

James Joyce (1882-1941) and Virginia Woolf (1882-1941) belonged to the first generation of Modernists and it’s possible to make a comparison between their literary production analyzing their masterpieces: Ulysses and Mrs Dalloway . Ulysses Ulysses is one of the greatest examples of reworking of myth in Modernist literature. Joyce uses the epic model to stress the lack of heroism, ideals, love and trust in the modern world. The plot utterly takes place in Dublin in a single day which involves the life of three characters: Leopold Bloom, an advertising agent, Sthephen Dedalus, a sensitive young man with literary ambitions, and Molly Bloom, Leopold’s wife. Leopold Bloom, compared to Homer’s Ulysses, makes common actions: he wanders throughout the day in the streets of Dublin making errands, stopping at the advertising office and joining a funeral. He is distressed with two deep emotional burdens: the unsolved grief over his baby son’s death and the crumbling relationship with his unfa

The Ballad of Lord Randal

Text "O where ha you been, Lord Randal, my son? And where ha you been, my handsome young man?” I ha been at the greenwood; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “An wha met ye there, Lord Randal, my son? An wha met you there, my handsome young man?” “O I met wi my true-love; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “And what did she give you, Lord Randal, my son? And what did she give you, my handsome young man?” “Eels fried in a pan; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “An wha gat your leavins, Lord Randal my son? And wha gat your leavins, my handsome young man?” “ My hawks and my hounds; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie down.” “And what becam of them, Lord Randal my son? And what becam of them, my handsome young man?” “ They stretched their legs out and died; mother, mak my bed soon, “For I’m wearied wi hunting and fain wad lie

Giovanni Pascoli: Lavandare

Testo Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese, quando partisti, come son rimasta, come l’aratro in mezzo alla maggese. Analisi e commento Lavandare è un madrigale, ossia un componimento metrico breve a sfondo pastorale, scritto da Giovanni Pascoli ed appartenente alla raccolta Myricae . In questa raccolta l'autore parla della natura che ci circonda, la campagna e gli oggetti quotidiani, osservandoli con lo stupore e la meraviglia di un bambino. Essa incorpora componimenti brevi e lineari che illustrano quadretti di vita campestre che, circondandosi di un alone di mistero, evocano l'idea della morte. Questa caratteristica è presente in Lavandare , nella quale emergono i temi ricorrenti nelle poesie di Pascoli: l'abbandono e la solitudine. Il

Analisi del testo. La vita fugge, et non s'arresta una hora di Francesco Petrarca

Testo La vita fugge, et non s'arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora, or quinci or quindi, sí che 'n veritate, se non ch'i' ò di me stesso pietate, i' sarei già di questi penser' fòra. Tornami avanti, s'alcun dolce mai ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti. Parafrasi La vita fugge e non si ferma nemmeno un'ora, e la morte arriva a marce forzate, e, pertanto, tormenta sia il presente che il passato ed anche il futuro; la mia anima è angosciata sia nel ricordo del passato che nell'attesa del futuro, per cui se ad impedirmelo non fosse la pietà che avverto per la mia anima, avrei posto fine alla mia esistenza. A consolarmi è il ricordo di qu

I contributi a livello di poesia di Francesco Petrarca e Dante Alighieri a confronto

  Francesco Petrarca: confronto con Dante Alighieri e i suoi importanti contributi alla nascita della poesia ed allo sviluppo ed alla diffusione della letteratura italiana in Europa   Francesco Petrarca e Dante Alighieri sono considerati insieme a Giovanni Boccaccio i padri fondatori della letteratura italiana ed è proprio in base alle tematiche ed ai canoni stilistici adottati dai tre poeti che si è sviluppata la stessa poesia. Le opere celebri dei due poeti sono degli esempi: la “Commedia” ( o “Divina Commedia” come l’ha rinomata Boccaccio in una delle sue “Letture della Commedia” ) rimane nella letteratura italiana un’opera inimitabile mentre il Canzoniere  è considerata l’opera più imitata tanto che dal Trecento fino ai primi anni del Novecento molti poeti si avvalgono di parecchi “petrarchismi”. La prima differenza che si può notare tra i due intellettuali è l’attenzione rivolta al mondo classico: Dante, uomo del Medioevo, non avverte alcun distacco tra il mondo di valori